di Giancarlo Perego, B.Liver
Questo è il primo numero del Bullone del 2024, e le parole chiave sono: speranza,partecipazione e presente. Speranza per noi, per tutti, per combattere la crisi: le guerre, la povertà e le sofferenze. Le storie indirizzano il nostro cammino, mentre le donne di tutto il mondo combattono per aver riconosciuti i propri diritti. Una partenza, una speranza che prenderà corpo negli articoli di questo numero.
Il primo Bullone 2024: speranza, partecipazione, presente
È il primo Bullone del 2024. Non ho buttato via niente del 2023 e non ho fatto i «buoni propositi» per il 2024. I buoni propositi li faccio ogni giorno e ogni giorno butto via qualcosa. Cerco, cerchiamo di alzare lo sguardo e fissare dei punti, tenendo presente quello che sta avvenendo nel mondo. Crisi, guerre, povertà, sofferenze, ma anche varchi, possibilità, opportunità.
Se la vita, come crediamo, è un romanzo di continua connessione, allora fissiamo tre parole. Le mie sono Speranza, Partecipazione e Presente. Nelle pagine seguenti troverete il significato di queste parole tradotte in interviste, colloqui, opinioni e storie dei B.Liver.
Le nostre regole sono le storie, che come comete indirizzano per capire dove andare
Chi ci conosce sa che le nostre regole sono le storie, le storie che indirizzano, stelle comete per capire dove andare, per non perdere punti di vista. Per acquisire autenticità ed essere credibili. Siamo convinti che l’autenticità cambi il mondo, che i ragazzi, i giovani cambino il mondo, e soprattutto le donne.
Per questo il Bullone propone subito il pensiero dell’avvocata iraniana Shirin Ebadi, che si è rifugiata a Londra da dove combatte la sua battaglia a favore di tutte le donne iraniane represse, imprigionate, uccise dal governo. Un 2024 dedicato a loro, a queste ragazze che – come scrive il vice direttore del Corriere della Sera, Barbara Stefanelli, nel suo libro Love Harder e dice nell’intervista che troverete più avanti – «camminano davanti a noi». Ragazze, donne che rappresentano la forza per abbattere tabù, pregiudizi, violenze.
Noi stiamo con le donne iraniane, forza per abbattere tabù e violenze, motori di speranza che non mollano
Noi stiamo con loro. Sono loro il 2024 di Speranza, Partecipazione e Presente. Sono loro che ci insegnano come si fa a sperare, lottando ogni giorno, ogni notte contro un regime autoritario. Sono motori di speranza perché non mollano. Ogni giorno scendono in piazza, anche senza velo, per la loro libertà, ogni giorno gridano al mondo la loro necessità di sentirsi indipendenti, libere, colte.
Ci dicono: «Partecipate alla nostra lotta». Potrebbe toccare a tutti, prima o poi. Partecipate anche se siete lontane. Quando? Ora, adesso, oggi. Il presente che sconfigge il futuro, perché ogni giorno, oggi, decine di ragazze finiscono in prigione per una ciocca di capelli. Puoi anche venire uccisa. Come Masha. Qui il futuro non esiste. Esiste solo l’accesso alla speranza.
Un 2024 che pensa a tutte le donne
Un 2024 pensando alle donne iraniane, ma anche a tutte le donne, alla loro condizione, in tutti i Paesi. Alle donne sfruttate, ai femminicidi, alle donne descritte nel film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, alle vittime sul lavoro, a quelle che sognano e a quelle che preferiscono progettare. A chi sceglie di studiare all’estero, ad esempio con il programma Erasmus che ha coinvolto milioni di giovani in tutto il vecchio continente, sfidando i propri limiti (un ampio servizio nelle pagine del Bullone Europeo). Ci sono tanti modi per dire Speranza. L’importante è saper trovare dei luoghi di decenza.
Più passa il tempo più ci sembra che nel mondo, in Italia si siano ridotti gli spazi per un’informazione che, invece di mettere le persone una contro l’altra alimentando l’odio, le unisca grazie anche a un tono confidenziale di chiacchierata tra chi fa «qualche cosa insieme».
Un successo che risponde alla necessità di dare voce ai fragili
Il successo del Bullone risponde proprio a questo desiderio del pubblico di qualche tipo di partecipazione in generale, dando anche ai più fragili la possibilità non solo di esprimersi, ma di avere un’identità di riferimento anche attraverso una comunità che punta sulla qualità e autenticità dell’informazione, su un pubblico che si mobilita per difendere la decenza, cioè il rispetto umano, la convivenza civile, l’accoglienza solidale.
Siamo convinti che il 2023 abbia anche ristretto i luoghi dove un uomo, una donna, i bambini, possono stare bene, dove la disuguaglianza non sia così crudele. Chi tanto, chi niente. Dove le bombe cadono ovunque, dove c’è un ospedale, dove giocano i bambini. Dove l’indifferenza, «Il chi se ne frega» produce persone lontane dall’umanità.
Dove io o tu, ci sentiamo a disagio, dove la decenza è messa da parte.
Ci chiederete allora: come si fa oggi a non essere doloranti, ad essere ottimisti?
Il segreto dell’ottimismo
Il segreto dell’ottimismo per il 2024 del Bullone e dei ragazzi che lo scrivono, è nel suo essere positivo, volitivo, oltre che generazionale.
I luoghi di decenza, le aperture ci sono ancora e sono lì che ogni volta aspettano di essere riscoperte.
Basta volere, avere buone idee, esercitare la mente, lasciare andare il cuore e i sentimenti.
Andiamo: si parte dal Bullone e si va a cercare altri luoghi frequentabili, i nuovi luoghi della decenza.
“A chi sceglie di studiare all’estero, ad esempio con il programma Erasmus che ha coinvolto milioni di giovani in tutto il vecchio continente, sfidando i propri limiti. Ci sono tanti modi per dire Speranza. L’importante è saper trovare dei luoghi di decenza.”
– Giancarlo Perego