Alberto Pelli Paci: “Si sono riaperte le ferite”

Alberto Belli Paci a YouTopic Fest 2023

di Alberto Belli Paci

Alberto Belli Paci è il figlio primogenito della senatrice a vita Liliana Segre. In questo artitcolo racconta il senso dell'ultima testimonianza della madre Liliana nell'edizione 2020 del festival di Rondine; e il senso della sua partecipazione all'edizione di quest'anno di YouTopic Fest 2023.

Arrivare a Rondine Cittadella della Pace, è già un privilegio. Un borgo medievale non distante da Arezzo che ti assorbe nel suo apparente candore, dove l’accoglienza dell’altro si costruisce con piccoli passi trasparenti su pietre levigate, ciuffi di fiori e arbusti avvolti da una profonda foresta verde scuro che si dipana per miglia, come in una favola dei fratelli Grimm.

Lasci l’auto poco fuori e approdi in uno spiazzo largo, contornato da bandiere di diversi Paesi, dove ciascun ospite si ritrova e allo stesso tempo ritrova le proprie radici, anch’esse affondate, forse, nel profondo di quella foresta.

Non provi altro che stupore, tanta è la semplicità dei sorrisi che, come un mantra sereno, ti accolgono ristorando mente e cuore, e per un attimo ti ritrovi avvolto da un abbraccio silenzioso di cui puoi fare parte senza aver chiesto il permesso a nessuno.

Rondine è questo, un lungo percorso dritto, un’apertura consapevole su dolore e fragilità, un invito ad abbeverarti a quella luce che immancabilmente sgorga e che basta solo volere. Per questo ho accettato di portare la mia voce a YouTopic Fest 2023 – il festival che da sette anni Rondine Cittadella della Pace dedica al tema del conflitto – raccontandomi apertamente, riaprendo le mie ferite, forse non del tutto cicatrizzate, per aver conosciuto l’odio sulla pelle di mia Madre.

Alberto Belli Paci a YouTopic Fest 2023

Ero capitato a Rondine la prima volta per caso, nel 2020, in un giorno importante per mia Madre: aveva deciso di concludere lì il suo percorso di dolorosa Testimonianza, terminando di raccontare ad altri il suo calvario di bambina schiava, di numero 75190 tatuato su un braccio infantile che aveva eliminato nome e capelli, tolto identità, distrutto la fiducia nell’altro, quella fiducia che i bambini riservano istintivamente agli adulti ovunque, ma non ad Auschwitz. Ad Auschwitz, fiducia e colori facevano parte di un passato che non era previsto ricordare, solo gelo e neve, solo morte e fumo dei crematori.

Da allora, da quell’ultima testimonianza pubblica di mia Madre, Rondine rappresenta per me uno spazio limpido dove poter piangere senza vergognarmi di piangere, dove confrontare quel numero sempre inciso dentro di me con altri percorsi di umana fragilità e dolore, dove l’uomo si specchia nel dolore dell’altro e insieme ciascuno ritrova sé stesso, ciascuno è persona non nemico, individuo non etichetta, ciascuno ritrova un amico nel suo nemico, ciascuno è chi è, senza che gli debba essere concesso di esserlo.

Rondine mi ha regalato voglia di ripartire, anzi, mi ha insegnato a ritrovarla dentro di me. Rondine è entusiasmo non rassegnazione, visione di vita, creazione di nuove generazioni di uomini di pace, perché questo nostro mondo ha tutto il diritto di vivere in pace.

“Rondine mi ha regalato voglia di ripartire, anzi, mi ha insegnato a ritrovarla dentro di me. Rondine è entusiasmo non rassegnazione, visione di vita, creazione di nuove generazioni di uomini di pace, perché questo nostro mondo ha tutto il diritto di vivere in pace.”

– Alberto Belli Paci

Rondine è questo: una fucina di Artigiani di Pace.