Milano 2030. Il cinema come luogo di aggregazione e appartenenza sociale

Paola Formica

Di Lionello Cerri

Immaginare Milano tra dieci anni non è compito facile, dunque lo farò focalizzandomi sulla mia esperienza di produttore e organizzatore culturale.

Gli obiettivi di oggi sono quelli di domani: con la speranza che il trend attuale si confermi positivo, Milano rappresenterà ancora di più un modello di inclusione e contemporaneità. I desideri e le prospettive per la città di Milano vanno verso un’amplificazione dell’attuale stato di internazionalità e vivacità in termini di cultura e innovazione. Credo che la grande sfida di Milano consista nel lavorare per arrivare nel 2030 a una città integrata, con quartieri sempre più vivibili, attrattivi e dinamici culturalmente.

Nella prospettiva dei prossimi anni, ritengo che sia necessario sperimentare nuovi modi di sostenere la cultura, promuovendo la creazione di luoghi culturali innovativi e la capacità dei cinema, nel caso della mia attività, di rinnovarsi. Come? È necessario muoversi lungo un doppio binario, sempre focalizzandosi sul pubblico e sulla sua esperienza di visione: da un lato coinvolgendolo, dall’altro assecondando le sue (nuove) abitudini di consumo. Nel primo caso l’idea di sviluppo è incentrata sul rapporto umano diretto (concetto non scontato in un periodo segnato dall’eclissi dell’esperienza non mediata, diretta e verbale). Oggi, in quasi tutti gli ambiti, si ha la tendenza a privilegiare la comunicazione mediata dalla distanza e dalla tecnologia, che porta alla progressiva perdita dell’abitudine alla condivisione e al dialogo con l’altro. In un panorama così delineato, bisogna riconsiderare la sala come risorsa capace di servirsi del cinema – e non solo – come agente di socializzazione. Le sale del futuro si devono riappropriare di quella componente intrinseca che le designava come luogo di aggregazione e appartenenza sociale.

Lionello Cerri inizia la sua formazione cinematografica nel 1979, quando cofonda il cinema Anteo e poi le case di distribuzione Futura Film e Team Distribuzione. Nel 1994 fonda Lumière & Co. Dal 2000 al 2002 è AD di Albachiara. È per anni vicepresidente AGIS, Presidente Anec e della Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai). Ad oggi è membro del consiglio di amministrazione di Europa Cinemas. Come AD di Anteo Spa, nel 2016 cura il progetto di ampliamento di spazioCinema CremonaPo. Nel 2017 inaugura Anteo Palazzo del Cinema e inaugura CityLife Anteo. Nel 2018 riapre Treviglio Anteo spazioCinema e nel 2019 cura il progetto di ampliamento di Capitol Anteo spazioCinema di Monza. Anteo Spa produce il festival Fuoricinema e realizza la prima sala all’interno di un carcere, a Bollate.

Nel secondo caso l’esercizio culturale deve essere considerato in relazione alle nuove tecnologie della comunicazione, che hanno contribuito a trasformarne abitudini di consumo e modalità espressive. È necessario volgere lo sguardo verso una caratteristica in termini di contenuti, permettendo al pubblico l’accesso non solo a contenuti cinematografici ma anche ad altre espressioni e servizi culturali e attività educative e/o di intrattenimento. Nella prospettiva di inclusione e di sviluppo e ampliamento del pubblico attraverso esperienze interattive, ritengo che la divisione tra cinema e altri prodotti audiovisivi sia e sarà sempre più anacronistica. Si prediliga quindi il sistema dell’et et, piuttosto che quello dell’aut aut. L’esercizio cinematografico si deve svincolare dalla logica egoistica dell’evento vecchio stile.

Con questi presupposti, tra un decennio potremo essere al termine di una rivoluzione culturale,quella che ripensa alla sala e la rilancia come luogo di piacere collettivo. Ma non solo, la via per crescere è quella dell’integrazione e dell’unità. Il punto fermo di questo ragionamento vuole essere l’esperienza della fruizione, più che il luogo, a patto che questa sia collettiva e aggregativa.

Negli anni, il cinema diventerà un’altra cosa, le proiezioni prenderanno vita anche al di fuori delle sale, con l’obiettivo di diffondere la cultura, raggiungendo qualsiasi zona e target. Milano è una città dove le diversità possono essere sempre meno discriminanti e l’arte ha il potere di formare le menti, oltre che di intrattenere. Solo grazie alle opere collettive si può concretizzare questo. Anteo ha sempre cercato di andare oltre i muri e oltre la definizione classica della sala cinematografica, che è anzitutto un luogo culturale per il modo in cui la si può vivere e per le esperienze che si possono condividere. Una città che riesce a far vivere il piacere di condividere cultura, è una città bella. Nel rinnovato clima culturale che Milano offre al Paese, bisogna sostenere e accelerare i buoni cambiamenti, esplorando nuovi linguaggi, nuove rotte di comunicazione e relazioni sempre più profonde tra cittadini. Per realizzare tutto questo la cultura è lo strumento migliore, perché per vocazione è canale dinamico, di ricerca e approfondimento. Capire, partecipare, raccontare, ecco l’obiettivo per la Milano di oggi e del futuro.

Le iniziative che produciamo vanno in questa direzione, in particolare Fuoricinema, un evento inclusivo per la città e per il mondo del cinema sui generis, all’aperto, gratuito e accessibile a tutti. La manifestazione mette al centro la dimensione dell’incontro, innescando una situazione confidenziale e intima tra pubblico e artisti.

Fuoricinema nasce con la fortissima volontà di creare un evento di condivisione, fortemente contestualizzato a Milano, capitale non solo nell’ambito della moda, del design, dell’audiovisivo ma anche nell’ambito dell’impegno sociale. Fuoricinema è infatti un evento benefico: proprio grazie alla raccolta fondi lanciata in occasione delle ultime due edizioni (2018 e 2019), abbiamo progettato e realizzato una sala cinematografica e teatrale all’interno del Carcere di Bollate. Così la settima arte entra a far parte dell’offerta culturale dell’Istituto. Ma non solo: la programmazione sarà dedicata anche al pubblico esterno, che potrà accedere – con le dovute precauzioni – con l’obiettivo di creare un momento di condivisione e incontro tra chi è «dentro» e chi è «fuori». Il mondo esterno varca i confini delle prigioni grazie al potere dell’arte e della cultura e il cinema si riappropria della sua funzione sociale, diventando un luogo di aggregazione tra artisti, detenuti e pubblico esterno. Crediamo che questo progetto vada nella direzione di un nuovo modo di vivere la socialità, di cui la città di Milano è capostipite.

Tra dieci anni immagino quindi una città che, grazie agli investimenti in cultura effettuati in questi anni, renda la cultura accessibile a tutti e la consideri sempre di più il bene primario alla base della nostra costante evoluzione.