Milano 2030 Dove la salute è eccellenza

Milano 2030 raccontata da Luciano Ravera (Amministratore Delegato IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Humanitas San Pio X) che ci apre le porte all’Unamesimo Tecnologico di cui la città sarà protagonista, dove la salute è eccellenza.

Di Luciano Ravera

Milano, come l’intera Lombardia, è stata una delle zone più colpite da Covid-19. La pandemia ha messo duramente alla prova la nostra città che, prima, si era consolidata come uno dei centri di riferimento europei nell’attrazione di talenti, idee e imprese, motore di una crescita fondata sulla capacità di innovare. E che di fronte a un’emergenza sanitaria senza precedenti ha saputo reagire con i suoi ospedali, IRCCS e centri di ricerca, e con la generosità di cittadini e aziende pronti a darsi da fare in ogni modo, basti pensare alle donazioni, per permettere di curare il maggior numero possibile di persone. La collaborazione fra ospedali pubblici e privati accreditati, medici e ricercatori di diverse strutture e nazioni, nonché fra i cittadini stessi, è stato uno dei punti di forza della città.

La città dove la salute è eccellenza

Dal mio osservatorio di manager di un grande ospedale milanese, ho potuto vedere unità di impegno e di visione. Il sistema privato accreditato si è dimostrato ancora una volta parte integrante fondamentale del SSN, collaborando strettamente con il pubblico, come mostrano i dati del rapporto OASI 2020: il coinvolgimento del privato sui posti letto per pazienti COVID (40% del totale) ha oltrepassato ampiamente la quota dei posti letto privati per i pazienti acuti (29%) e di quelli privati complessivi (37%). I centri privati lombardi di alta specialità, in qualità di hub delle diverse reti predisposte per l’emergenza, hanno rivestito un ruolo importante nel mantenimento delle attività non procrastinabili cardiovascolari, cerebrovascolari, ortopediche e oncologiche.
In Humanitas ho visto con orgoglio una comunità di professionisti che, con dedizione, ha trasformato l’ospedale a tempo record, in una struttura a spiccata vocazione infettivologica, accogliendo pazienti Covid provenienti dal territorio, sospendendo ogni attività rimandabile per garantire disponibilità di postazioni di Terapia Intensiva e di personale per le aree più critiche. Un lavoro di squadra tra medici, infermieri, tecnici, manager e ingegneri ha consentito di creare percorsi sicuri e separati – e perfino un intero edificio costruito a tempi di record in sole 11 settimane, dedicato a Covid – per proteggere se stessi e i pazienti, convertire i reparti, trasformare in Terapie Intensive le sale operatorie, formare medici e infermieri per i reparti Covid.

Luciano Ravera, amministratore Delegato dell’IRCCS, Istituto Clinico Humanitas dal 2009 e di Humanitas San Pio X dal 2020. Entra nel gruppo nel 1994 ricoprendo diversi ruoli. Precedentemente ha lavorato per Barclays Bank e Booz Allen & Hamilton. Luciano Ravera si è laureato in Economia presso l’Università Bocconi di Milano e ha conseguito un Master in Business Administration presso la Harvard Business School.

Ora, per tutti noi, è il momento riprendere da dove ci siamo fermati a causa del Covid. Per la nostra città significa contribuire a rispondere a sfide sociali universali come il crescente bisogno di salute, la sostenibilità e l’accessibilità delle cure. Significa integrare bene i servizi sanitari sul territorio per evitare che i Pronto Soccorso e gli ospedali diventino gli unici punti di riferimento per tutti i bisogni di salute.

I giovani telenti

Milano deve confermarsi capitale del settore delle Scienze della vita – un ecosistema composto da servizi sanitari, centri di ricerca, industria farmaceutica, ma anche fornitori di tecnologia – e dell’internazionalizzazione, consolidandosi come luogo dinamico di conoscenza e di innovazione, centro d’attrazione e valorizzazione, polo e motore di una crescita anche economica.
Per farlo, deve ripartire dai suoi punti di forza. L’attrattività per i giovani talenti, ad esempio: in piena pandemia, tra le sorprese in positivo vi è stata la tenuta delle iscrizioni di studenti internazionali negli Atenei milanesi per l’anno accademico 2020/21 (+5,6%). In un momento in cui il mercato del lavoro non offre grandi opportunità, si assiste a una maggiore ricerca di formazione di qualità, e le università milanesi catalizzano questa domanda.
Anche IRCCS e centri di ricerca contribuiscono a rendere attrattiva la città, e offrono un contributo fondamentale allo sviluppo urbano e socio-economico. Se guardo ad Humanitas, nei suoi 25 anni di storia è cresciuta insieme al territorio circostante e alla sua comunità di riferimento: ospedale, Pronto Soccorso, Centro di Ricerca, Università, portando un’importante spinta all’innovazione delle cure, grazie ad importanti investimenti in tecnologia diagnostica e terapeutica, Ricerca e formazione di una nuova generazione di professionisti della salute.

Un Umanesimo Tecnologico

Già oggi Milano è considerata il luogo internazionale della ricerca e dell’innovazione: oltre il 40% dei brevetti italiani nasce qui e in Lombardia, dove si concentrano non solo IRCCS e centri di ricerca, ma anche le più importanti charities fra cui AIRC, Telethon, Fondazione Cariplo, Fondazione Veronesi… Un’eccellenza testimoniata anche dalla decisione di creare a Milano lo Human Technopole, il nuovo Istituto nazionale di ricerca multidisciplinare sulle Scienze della vita, e di investire nella Città della Salute e della Ricerca, con cui si prevede la riqualificazione delle aree Ex Falk per offrire infrastrutture moderne e spazi adeguati a importanti istituti di ricovero e ricerca medica. Fondamentale ora, per una Milano che deve puntare ad essere il ponte tra l’Italia e l’Europa, diventare sempre più user friendly e accogliente per i ricercatori internazionali.
In conclusione, per differenziarsi nella competizione internazionale, Milano deve investire nei settori che la proiettano verso il futuro. Oltre alle Life Sciences, bisogna ripartire dalla digitalizzazione. La sfida sarà fare in modo che, in linea con la tradizione culturale che caratterizza la città, la rivoluzione digitale sia al servizio di un vero e proprio Umanesimo tecnologico, portando servizi al cittadino, favorendo contatti umani e comunicazione, rendendo più accessibili le attività culturali. La pandemia ha accelerato un percorso di digitalizzazione che – ad esempio in Humanitas dove l’innovazione tecnologica è da sempre un valore chiave – segue diverse traiettorie di sviluppo a supporto dei pazienti e dei medici: dall’intelligenza artificiale per migliorare le cure, ai robot chirurgici per interventi più precisi, dai servizi digitali come prenotazioni e referti on-line, alle televisite per essere vicini ai pazienti anche a distanza.