Non dico agli alti che sono disabile perché loro ci rimangono male

Immagine in evidenza: Un momento di festa del progetto Break Down Barries (Foto: AVS)

Break Down Barries: il progetto che abbatte le barriere con l’inclusione

Di Valeria Ferrara

«Non dico agli altri che sono disabile perché loro ci rimangono male», Elena, 35 anni, donna con sindrome di Down.

Ribaltare la prospettiva del «diverso», rendendo le persone «deboli» promotrici di inclusione e di iniziative sul territorio: è questo l’obiettivo di Break Down Barries,il progetto che vuole abbattere le barriere legate a pregiudizi e luoghi comuni, sollecitando la comunità ad interagire con categorie sociali che solitamente rimangono ai margini.

Nata dalla collaborazione tra le associazioni del milanese Associazione Veronica Sacchi Onlus (AVS), Vivi Down OnlusAmici del Parco Trotter Onlus Chi può dirlo?,in partnership con Radio NoLo, l’iniziativa ha coinvolto con laboratori e attività più di 1000 persone tra disabili, bambini, anziani, famiglie, cittadini e volontari dei Municipi 2 e 9 di Milano. Il tutto è stato reso possibile grazie al finanziamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e alla promozione di Regione Lombardia – DG Politiche sociali, abitative e disabilità.

Alcune immagini dei laboratori del progetto Break Down Barries, nato dalla collaborazione delle associazioni Veronica Sacchi Onlus, Vivi Down Onlus, Amici del Parco Trotter Onlus e Chi può dirlo? (Foto: AVS)

400 famiglie, 64 volontari, 39 persone con disabilità, 20 anziani, 195 persone in condizione di povertà, 300 immigrati, tutti coinvolti attivamente nel progetto, sono diventati protagonisti di corsi di formazione e laboratori di orticoltura, radio, musica, arte, clownerie, fotografia, percorsi motori con gli asini e tante altre attività culturali.

«È l’attività che unisce», spiega Claudia Capurro, Presidente di AVS, capofila del progetto, «con la musica, la fotografia, la radio, la pittura le persone sono diventate tutte uguali e allo stesso tempo uniche. Nessun giudizio, nessuna esclusione, ma solo tanta voglia di mettersi in gioco».

«All’inizio dei laboratori e delle attività, per tutti c’è stata la sensazione di dover superare qualche barriera», racconta Giulia di Radio NoLo, «ma poi sono bastati dei sorrisi e due parole perché le barriere immaginate, iniziassero a sembrare lontane. Letizia, per esempio, si è presentata dicendo: “sono una persona, sono una ragazza di 21 anni, mi piace ballare” e quasi si è sentita in dovere di precisare che lo è prima di tutto, prima della disabilità o delle etichette».

«È stato un viaggio nel mondo dell’inclusione, in cui i bambini ci hanno insegnato che tutte le emozioni, la paura del diverso, possono evolversi in coraggio, stupore e meraviglia, “a caccia dell’orso” non si va più, ma possiamo provare a conoscerlo e farci amicizia», dice Clown Flo, uno dei tanti volontari clown dottori di AVS.

Alcune immagini dei laboratori del progetto Break Down Barries, nato dalla collaborazione delle associazioni Veronica Sacchi Onlus, Vivi Down Onlus, Amici del Parco Trotter Onlus e Chi può dirlo? (Foto: AVS)

«Lavorare con i ragazzi mi ha insegnato la libertà di eliminare ogni filtro comunicativo, ogni limite verbale», afferma Peppe di Radio NoLo.

È così che i ragazzi delle associazioni Vivi Downe Chi può dirlo?,entrambe impegnate a sostenere e valorizzare persone con disabilità, hanno mostrato a volontari e formatori come vedere il mondo con occhi diversi e misurarsi coi propri limiti e le proprie sovrastrutture.

«Nonostante non abbia partecipato direttamente alle attività, sento tutto l’entusiasmo e la passione che le persone con sindrome di Down ci mettono», aggiunge Michela di Vivi Down, «difficilmente si dimenticano un appuntamento, fanno di tutto per esserci e si organizzano in tutti i modi per poter partecipare». 

Il progetto, partito lo scorso settembre, sta proseguendo con i laboratori di orticoltura presso gli Orti di Via Padova e con un percorso di accompagnamento all’autonomia dei ragazzi con sindrome di Down.

Per essere aggiornati sulle iniziative e leggere le testimonianze dei protagonisti è possibile collegarsi al sito diario.veronicasacchi.it.