Rabbia, paure e demoni personali: come affrontarsi?

Immagine in evidenza di: www.lamenteemeravigliosa.it

Ciao a tutti cari amici del CHE BLOG ! , questo sarà un articolo un po’ diverso dal solito. Niente battutine sarcastiche e niente consigli ipocriti.

Oggi vi racconterò un’esperienza vera che spero possa fare del bene a voi che la leggerete e a me che ve la sto per scrivere.

Vi siete mai sentiti arrabbiati, furiosi tanto da stare male? Immagino di si, capita a tutti prima o poi nella vita.

A me è capitato spesso. Sentirmi divampare dentro, una pressione che cresce e cresce ancora. I denti che si sfregano e i pugni che si stringono fino a farti male.

Delle volte si provano delle emozioni, tutte insieme, e non si riesce a dare loro una forma o un contesto, e quasi nemmeno un nome. Sei triste, sei arrabbiato; vorresti correre via, scoppiare a piangere da un momento all’altro e l’unica cosa che brami davvero è: da una parte urlare fino a che non hai più fiato in corpo – fino a che non hai più voce – e dall’altra, solo restare solo, nascosto da tutto e da tutti, in un angolo senza parlare, senza muoverti. Solo.

Perché a volte la vita ci mette davanti a difficoltà che non sappiamo gestire?

A volte si accumula così tanto dolore che non si sa più dove metterlo. Non si ha più posto e basta!

Ci si abitua per tutta una vita a stare zitti, a reprimere tutto dentro, a non dare a vedere a nessuno quanto si stia male, a fare le persone forti, e per cosa?

Per scoprire in fondo che non sei mai stato forte, che sei solo un debole che ha evitato i suoi problemi perché è sempre stato troppo codardo per affrontarli sul serio.

Sii forte, sii forte, vai avanti… avanti dove? Non esiste un avanti quando non sai nemmeno tu dove sei. Quando non sai chi sei.

Quando pensi di essere un vincente e in verità sei un perdente, quando pensi di avere tutto e invece non hai niente, quando pensi di essere felice e invece sei sull’orlo del precipizio, quando vorresti accanto solo quella persona che hai mandato via perché pensavi di riuscire a trovare di meglio, quando ti senti così infinitamente piccolo nei confronti di tutto e tutti, sovrastato al tal punto da sentirti sparire.

Quante volte sono stata zitta, quante volte ho nascosto le mani per non far vedere le nocche rotte contro il muro, e quante altrettante volte ho affogato le emozioni (quelle vere) in un Long Island.

Quanto tempo perso. Tempo che non torenerà.

A quanti si è accesa una lampadina leggendo questo?

A 21 anni sto scoprendo cosa voglia dire essere vulnerabili. Non lo sono mai stata, o almeno, non me lo sono mai concesso.

Ho una maschera addosso da quando ne ho memoria, una maschera non mia, che non mi sono scelta. Mi è stata data e mi è stato detto di metterla.

Ci ho convissuto, l’ho amata perché mi proteggeva, l’ho odiata perché a volte mi stava stretta.

Cosa devo fare, cosa devo dire, cosa devo NON dire. Dietro quella maschera c’è qualcosa di cui doversi vergognare e io mi sono vergognata per troppo tempo.

Mi sono vergognata di me, della vera me. E a volte ho fatto bene a vergognarmene. A volte quel che c’è sotto la maschera è più brutto della maschera stessa.

Ogniuno di noi ha delle maschere, delle paure, delle cose dentro troppo grandi da affrontre tutte in una volta. Ecco perché la maschera va tolta piano, con calma.

Respira.

Quella rabbia… sale e sale e sale ancora, ma devi essere forte, lasciala andare. Piangi, ti prego piangi. PIANGI ! Cazzo lasciati andare per una volta. Fallo!

Lasciti andare. Datti il permesso di essere triste e di essere vulnerabile.

So che hai paura a toglierti la maschera, non sai nemmeno più tu cosa ci sia sotto, è passato troppo tempo.

Potresti essere diventato chiunque e non saperlo. Magari un assassino o un astronauta che tocca le stelle. Ma sei tu ! Solo tu, puro.

Fa freddo senza la maschera, lo so. É come un nervo scoperto, sensibile al minimo tocco. Tutti per la prima volta ti vedono per quello che sei, anche tu pensa.

Affrontare i tuoi mostri senza quella maschera è dura vero? Come un incontro di box contro Mike Tyson senza le protezioni. Non importa quanto enormi e spaventosi siano, guardali diritto negli occhi uno alla volta. Osservali, respira.

Guarda, li conosci già, hanno un nome. Sembrano come vecchi amici dell’asilo che non vedi da una vita ma che riconosceresti ovunque.

Fanno meno paura vero?

Se togli la paura a un mostro non gli rimane più niente.

Una bambina piccola si era messa una maschera per affrontare i mostri che la circondavano, ma la bambina ora è cresciuta e quella maschera se la vuole strappare via con talmete tanta foga che rischia di farsi male. Le sta stretta ormai e ha capito che la maschera l’ha aiutata solo a non vedere i mostri, ma non a sconfiggerli.

Quella rabbia, oh quella rabbia. Quella furia, quell’ODIO, quella vergogna e quel dolore. Prima ho detto che sarebbe come affrontare Mike Tyson senza protezioni, ed è vero. Sarebbe da folli combatterli con la forza. Loro sono molto più grandi e forti. Non combatterli, non respingerli. Accoglili.

Respira.

Non è facile vero? Ti hanno fatto star male per così tanto tempo e ora dovresti anche abbraciarli? Non esiste proprio !!! NO. NO ! NO! NO, NO, NO!!! NO!

Andatevene tutti ! TUTTI ! VIA !

Di nuovo quella rabbia. Di nuovo lei… e di nuovo quelle lacrime, e di nuovo tu, da solo seduto in quell’angolo, accerchiato da quei mostri che fino poco tempo fa eri deciso a sconfiggere.

Sono ancora loro. Sempre loro. E chi sei tu? Chi sei? 

«Tu sei loro, e loro sono te. Ancora non hai capito? Combatti contro te stessa cara. É solo giunto il momento di smetterla di combattere a quanto pare… immagino tu sia stanca. Lo sarei anche io. Vieni, ti aiuto ad alzarti !»

Incredibile, è uno dei mostri. «Cara, è difficile prendere a pugni il fumo. Noi siamo fumo. Delle volte nebbia, ma altre un fumo che da calore per accendere un fuoco dentro che neanche il più potente estitonre riuscirebbe a spegnere»

«Noi siamo qui, sempre. Sappici usare bene»

Delle volte ci facciamo paura da soli nel momento in cui ci rendiamo conto della nostra forza distruttiva. Non è facile mettersi in discussione, affrontarsi. Forse si era capito, ma ci sto provando e fa male da morire. Non è una cosa veloce né tantomeno gradevole. E allora perché bisogna farlo?

Perché non puoi vivere la tua vita (unica, fragile e preziosa) nascondendoti, rimanendo arrabbiato col mondo. Non vai da nessuna parte altrimenti. Rimani fermo, bloccato nella tua autocommiserazione.

Puoi essere meglio. Devi essere meglio ! Non essere la tua maschera, non dargli questo potere. Una volta toccato il fondo si può solo risalire. E allora torna in superfice e guarda: la vita è piena di opportunità che aspettano solo te. Il vero te!

La vita ahimè è piena di scorciatoie per evitare i problemi, e credetemi le ho provate tutte, ma la verità è che non ti portano mai da nessuna parte. Ti fanno solo perdere per poi farti tornare al punto di partenza.

Cari amici del CHE BLOG ! so che non è stato un articolo veloce o divertente da leggere, ma quel che vi ho detto oggi è forse la cosa più sincera che abbiate letto finora.

Come al solito spero che quel che vi ho detto vi sia stato d’aiuto in qualche modo.

Se avete dei consigli scrivetemeli in un commento qui sotto. Un bacio a tutti gli amici del CHE BLOG ! alla prossima.