Perdersi per ritrovarsi con Don Mazzi

di Simone Arcidiacono e Stefano Perego, Exodus

La Mammoletta è la «sede del mare» della Fondazione Exodus di Don Mazzi. Fondata nel 1990 da Marta del Bono e Stanislao Pecchioli sull'Isola d'Elba, offre percorsi educativi di accoglienza, reinserimento e prevenzione per adolescenti e giovani adulti con problemi di dipendenza e altri disagi sociali, familiari e psicologici.
La collaborazione tra la Mammoletta e Il Bullone nasce nel 2020 con l’obiettivo di far incontrare le comunità di riferimento per mettere al centro il dialogo, le riflessioni, le esperienze condivise di giovani che stanno attraversando, ciascuno a suo modo, periodi complicati e delicati, ma che non smettono di credere nella possibilità dell’oltre e dell’altro.

Anche noi della Mammoletta abbiamo partecipato al 33° Capitolo della Fondazione Exodus di Don Mazzi che si è tenuto a Cesenatico, durante cui tutte le comunità, i volontari, gli educatori si sono ritrovati nello stesso luogo dopo 4 anni di assenza per via della pandemia.

Uno spazio di tre giorni all’insegna di attività sportive, teatrali, canti di gruppo e momenti di riflessione con ospiti come Gherardo Colombo, ex magistrato e Gian Giacomo Schiavi, giornalista del Corriere, per condividere e fare un momento di verifica del proprio percorso, riflettendo sul cammino fatto durante l’anno precedente e interrogarci su cosa migliorare per l’anno a venire.

Perdersi per ritrovarsi

Perdersi per Ritrovarsi è il tema forte di questo Capitolo. Secondo noi ragazzi, questo tema riguarda tutti. La vita è fatta di scelte giuste e sbagliate. Noi ci siamo persi per la strada, ci stiamo rendendo conto che la vita è troppo breve per sprecarla; va riempita di emozioni vere cosi da poter costruire relazioni sane. Come ci insegna Don Mazzi, non bisogna mai smettere di credere nel cambiamento: il passato non va dimenticato, va elaborato così che possa esserci di insegnamento. Al contrario dei tempi attuali, dove chi si è perso viene considerato solo uno «scartino», quando in realtà se attiva la volontà di cambiare strada, sta facendo scelte rivoluzionarie che possono essere ispiratorie per un cambiamento concreto della società.

Le emozioni dopo questi giorni sono tante: speranza, cambiamento, felicità, ma anche momenti di difficoltà e fatica. Accettare di attraversare questi momenti e stare accanto a chi li sta attraversando non ce lo insegna nessuno. Se non li vivi in prima persona, se non hai la possibilità di fare esperienza della comunità, è difficile incontrare le guide giuste. Andrebbe ridato significato alle parole «insegnare e apprendere», «dare e ricevere». Ci vorrebbe una scuola che aiutasse a comprendere e metabolizzare emozioni, storie ed esperienze, per educare i giovani alla vita autentica e costruttiva.

“Come ci insegna Don Mazzi, non bisogna mai smettere di credere nel cambiamento: il passato non va dimenticato, va elaborato cosi che possa esserci di insegnamento.”

– Simone Arcidiacono e Stefano Perego