
di Alice Vichi, B.Liver
La B.Liver Alice ci racconta il bisogno di sentirsi accolti, rassicurati, parte di qualcosa. E per farlo, ha deciso di aprirsi sul suo bisogno di sicurezza e di appartenenza: il desiderio di ascoltare l'altro, percepirne i bisogni e, perché no, anche di una carezza.
Il bisogno
Dal dizionario italiano, un bisogno è una «mancanza di qualcosa che sia indispensabile, o anche solo opportuna o di cui si senta il desiderio» e la mancanza di qualcosa di indispensabile, prima o poi, si fa sentire.
Le mancanze, inoltre, sono qualcosa di viscerale che fanno capo ai nostri bisogni.
Secondo la piramide di Maslow, i bisogni fondamentali di un essere umano sono cinque, ma quelli che sento più vicini a me in questo periodo sono il bisogno di sicurezza e il bisogno di appartenenza, dove per sicurezza intendo sentirsi al sicuro con qualcuno o in un determinato luogo. Per appartenenza, invece, mi riferisco a quella sensazione che ci fa percepire di essere parte di qualcosa.
A mio avviso queste due dimensioni sono fondamentali per ognuno di noi perché ci consentono di crescere e definirci come persone, ma quando questi due bisogni vengono a mancare, tutto si fa più complesso: diventa complesso pensarsi, avere degli obiettivi e agire di conseguenza; ma diventa difficile soprattutto stare in mezzo agli altri, condividere, sentirsi capiti e ascoltati.
Se non ci si sente sicuri, difficilmente ci si sentirà di appartenere a qualcosa.

Conoscersi e appartenersi
Ho sempre pensato che lo scopo della vita sia proprio stare in relazione con gli altri e conoscersi. All’interno delle relazioni, per me, al primo posto ci sta sempre l‘ascolto dell’altro e dei suoi bisogni. Nonostante questa convinzione maturata, mi rendo conto che il mio bisogno di sicurezza e di appartenenza non sono ancora soddisfatti per la maggior parte del tempo.
Inoltre, credo che queste mancanze siano molto comuni fra i giovani di oggi. Quante persone, anche quelle che pensiamo abbiano già tutto quello che desiderano, in realtà si sentono completamente isolate?
L’isolamento passa attraverso il senso di appartenenza: meno ci sentiamo di appartenere a un gruppo, meno ci sentiamo considerati, più ci sentiamo incredibilmente soli. La pandemia ha ingigantito la necessità di comunicare con gli altri e ha diminuito la possibilità di sentirsi al sicuro.
Credo però, che questo effetto lo diano anche numerose condizioni di svantaggio e malattia, come ad esempio, una disabilità oppure una malattia mentale come la depressione, o i Disturbi del Comportamento Alimentare.
La necessità di essere accolti
Sento, anche parlando in prima persona, un grande bisogno di comunicazione di queste sofferenze: abbiamo sempre più la volontà di cercare qualcuno che ci comprenda e che ci faccia sentire accolti nella nostra esperienza di vita e di malattia. Non sempre ci si riesce, gli ostacoli sono numerosi, ma quello che sento che non viene a mancare quasi mai, è il desiderio di raccontarsi e quindi la determinazione che caratterizza questa impresa.
Io stessa ho sempre fatto fatica a sentirmi al sicuro, accolta, amata dagli altri e per buona parte della mia vita questa cosa ha influito anche sul mio volermi bene e sulla considerazione che ho verso di me come persona. Non ho mai smesso, però, di provare curiosità per l’altro, magari di temerne l’incontro, ma anche di desiderarlo con tutta me stessa.
Lo desidero perché ho capito che gli altri, proprio come me, sono unici e ognuno di loro può darci qualcosa di diverso: uno stimolo, una carezza, un sorriso, dell’ascolto attivo o anche una parte della loro esperienza e di quello che sanno fare. Possono trasmetterci la passione per ciò che amano, darci nuove prospettive per guardare il mondo, farci sentire al sicuro e parte di qualcosa.
“La pandemia ha ingigantito la necessità di comunicare con gli altri e ha diminuito la possibilità di sentirsi al sicuro.”
– Alice Vichi
