Mamma di un figlio maschio, storia di come ho nuotato controcorrente

Educare un figlio maschio
Immagine realizzata da Mirco Tangherlini utilizzando l'intelligenza artificiale, attraverso una tecnica da lui chiamata "sintografia".
I monologhi del Bullone è la nuova rubrica del giornale nata per fare emergere il bisogno di «tirar fuori» argomenti nascosti dentro di noi. In questo monologo una mamma racconta i suoi dubbi e le sue esperienze nell'educare un figlio maschio, in una società nella quale gli stereotipi di genere continuano ad essere profondamente radicati.

di Cinzia Farina

Mamma di un figlio maschio: una giostra impazzita di dubbi e domande

Ciao Claudia (nome di fantasia), ricordi quando durante l’ecografia il dottore ti ha comunicato che aspettavi un maschio?

Quanta gioia accompagnata da una miriade di domande ha cominciato ad alternarsi dentro di te come in una in giostra impazzita: «Sarò all’altezza, riuscirò a farlo diventare, escluso suo padre e pochi altri, migliore degli uomini che hanno accompagnato la mia infanzia, ad estirpare certi comportamenti e atteggiamenti sbagliati verso l’universo femminile?».

Sai, con sua sorella è stato più facile, ho cercato di attingere dalla mia parte migliore, ricadendo, certo, qualche volta in quella peggiore, ma con impegno ho provato a far riemergere spesso la prima.

Era un po’ come parlare la stessa lingua. Con lui ho mantenuto le medesime regole che avevo riservato a lei. Gli ho insegnato che maschio o femmina sono solo due sostantivi diversi e nient’altro.

Educare un figlio maschio: il confronto con gli altri bambini

Così i primi anni sono passati serenamente, mi sembrava che lui ed io stessimo crescendo nel modo giusto. Arrivata la scuola materna, si è dovuto confrontare con la maggioranza dei bambini del suo stesso sesso. I giochi erano a volte delineati da quel credo in una certa fisicità maschile, dove il rispetto era rappresentato con una linea molto sottile.

Chi non la esercitava non risultava essere tra i preferiti dal gruppo. Lo vedevo spesso un po’ sconsolato e mi chiedeva di rimanere a casa.

Ho cominciato seriamente allora a chiedermi se stavo sbagliando qualcosa…

La scuola primaria: educazione maschile e femminile a confronto

Successivamente, nel periodo della scuola secondaria di primo grado, i ragazzi a volte agivano in branco nel combinare qualche marachella, e quelli che non volevano partecipare erano visti con antipatia.

Anche le loro mamme alle riunioni mi contestavano, quando sindacavo più compiti a casa. Sottolineavano che ero abituata con una figlia femmina e che i maschi dovevano passare più tempo a «giocare a calcio»… Quante notti passate sveglia con mille dubbi: «forse sto commettendo un errore, i maschi devono ricevere un’educazione diversa, la società maschile nella maggioranza dei casi non è ancora cambiata».

Qual è la vera forza?

Ho sottolineato sempre con i miei due bambini che la vera forza non è quella dei muscoli, ma quella della testa. Ho cercato di trasmettere loro il concetto della gentilezza e dell’educazione come le più potenti armi di seduzione.

“Ho cercato di trasmettere loro il concetto della gentilezza e dell’educazione come le più potenti armi di seduzione.”

Cinzia Farina

Quante volte raccontandogli qualche favola, ho inserito il concetto dell’uomo e della donna che non devono mai essere un passo avanti all’altro, ma camminare insieme, aiutandosi nelle cadute e rispettando i tempi reciproci di percorribilità. Strada facendo, sembrava però che una parte del mondo maschile non la pensasse ancora così, e riaffioravano nella mia mente certi episodi già vissuti da piccola.

E alla fine, come è andata?

Oggi quel ragazzo è diventato grande, ha preso in mano la sua vita e ha imparato a fare di quegli insegnamenti il suo vero punto di forza.

Ora sai, capisco di più la grande responsabilità che hanno le mamme di un figlio maschio, devono remare a volte controcorrente per scardinare certi comportamenti.

Quanti di loro si comportano in maniera sbagliata verso la figura femminile per colpa di un’educazione distorta e atavica mai curata.

Nella società di oggi gli stereotipi di genere continuano ad essere profondamente radicati.

“Nella società di oggi gli stereotipi di genere continuano ad essere profondamente radicati.”

Cinzia Farina

Penso che bisognerebbe insegnare ai bambini ad avere rispetto per le donne, per far sì che l’uguaglianza sia saldamente consolidata.

Forse oggi Claudia, posso dire l’avere cercato, anche in quei giorni che mi remavano contro, di crescere un uomo per bene.

L'intelligenza artificiale da sola non crea arte
di Mirco Tangherlini

Ho realizzato, coinvolto ed emozionato, le immagini per I monologhi del Bullone. Come illustratore «tradizionale» che lavora sia in analogico che in digitale, sono sempre alla ricerca di nuovi strumenti che possano ampliare la mia creatività e la mia visione artistica. Nel corso dell'ultimo anno mi sono avvicinato all'uso dell'intelligenza artificiale (IA), uno strumento che ha aperto nuovi orizzonti all'arte visiva e alla creatività. Questa tecnica, che chiamo sintografia, mi ha permesso di superare il limite della realtà e di catturare momenti unici e sorprendenti, mai accaduti o che potrebbero non accadere mai.

Grazie alla «fotocamera» dell'IA, non c'è bisogno di replicare ciò che vedono i nostri occhi: l'immaginazione è la protagonista e diventa 
fonte di ispirazione per le immagini sintetiche che vengono create. 

Questo è ciò che rende la sintografia un metodo innovativo e sorprendente. Creare un’immagine con AI è semplice: basta formulare un 
«prompt», ovvero una richiesta che descriva ciò che si vuole ottenere. Più dettagliatamente si descrive la scena immaginata, più il risultato finale sarà sorprendente. 

Nel corso del tempo ho sviluppato il mio stile personale, aggiungendo ai miei «prompt» elementi come «tecnica pittorica»,«punto di vista» e molti altri parametri che mi consentono di ottenere risultati fotorealistici o pittorici a seconda delle esigenze. La sintografia è una forma d'arte accessibile a tutti, e l'AI è uno strumento che renderà il nostro lavoro sempre più efficiente e sorprendente.

Certo, c’è ancora molto da scoprire e da comprendere, ma l'importante è non avere paura del nuovo e cogliere tutte le opportunità che 
questo strumento ci offre per esprimere la nostra creatività e la nostra visione artistica.

Questo è l’indirizzo del mio atelier online: tangherlini.it/aitelier/