Storie di rinascita. Confronto al terzo raggio del carcere milanese di San Vittore fra i cronisti del Bullone e i detenuti-giornalisti che scrivono su L'Oblò. Si è parlato di libertà, di affetti, di futuro.
La prima cosa che faccio quando entro in un carcere per incontrare i detenuti è guardarmi intorno. Osservo tutto. Sono una fotografa e sono abituata a vedere le cose. Dovrebbe essermi tutto estraneo, io non sono detenuta, la mattina mi sveglio e apro la porta per uscire di casa. Decido. Eppure, qualcosa mi parla di vicinanza.
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