
Storie di rinascita. Intervista a Zakia Seddiki, vedova di Luca Attanasio, 43 anni, l’ambasciatore italiano in Congo assassinato in un agguato, il 22 febbraio 2021, mentre viaggiava su un convoglio del World Food Programme, con l’agente di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo.
È sottile ma ferma la voce di Zakia Seddiki la vedova di Luca Attanasio, 43 anni, l’ambasciatore italiano in Congo assassinato in un agguato, il 22 febbraio 2021, mentre viaggiava su un convoglio del World Food Programme, con l’agente di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Ecco le parole con cui racconta del suo amore ma anche di una ripresa di vitalità dopo tanto dolore attraverso le attività sociali per onorare la sua memoria e continuare a trasmettere i suoi valori.
Il numero 71 del nostro giornale tratta il tema della rinascita. Conoscendo la sua drammatica storia e tutto il dolore e la sofferenza che ha generato, le chiediamo: come fa, cosa e chi l’aiuta ad affrontare la perdita di Luca?
«Di sicuro la fede mi ha aiutato tanto, ma sento la responsabilità di madre che dovrà far crescere tre bimbe nella memoria di un padre eccezionale che avrebbe potuto consigliarle e accompagnarle. Adesso spetta a me farlo, trasformando il dolore in una carica positiva, utile per gli altri e per far crescere le nostre figlie con i valori condivisi con Luca. Credo fermamente che lui continuerà a vegliare su di loro e a darci forza».
A quasi due anni dall’agguato congolese che ha cambiato la sua vita, c’è un ricordo, un momento particolare con Luca che la ispira e le dà forza?
«Ogni momento vissuto e condiviso con Luca è stato importante. È vero che la nostra storia d’amore, forte e vero, non morirà mai. Non si può dare speranza e toglierla per colpa di altri».
Quanto conta la sua battaglia per sapere la verità sulla morte di suo marito e di Vittorio Iacovelli, il carabiniere che lo scortava, nel suo attuale percorso di donna e di madre?
«Luca era un padre presente, portava gioia ovunque.
Nonostante non sia più fisicamente tra noi, con le bimbe cerchiamo di scaldarci rivivendo i momenti belli con lui attraverso le foto e i video più intimi, che raccontano l’intensità di tanto amore.
Sono ricordi che ci fanno percepire la sua presenza: è un dovere raccontare alle mie tre piccole la bellezza di Luca e la sua semplicità. Era un grande sognatore, ma trasformava i sogni in realtà: anche diverse persone che l’hanno conosciuto lo hanno raccontato molto bene nel libro del vaticanista Fabio Marchese Ragona, Luca Attanasio – storia di un ambasciatore di pace, un libro molto interessante da consigliare a tutti i ragazzi che hanno bisogno di esempi positivi da seguire».
Come racconta la storia del suo amore con Luca alle sue figlie, per far capire loro quanto sia stato un padre straordinario e un diplomatico eccezionale e quale eredità ci ha lasciato?
«Il grande amore di Luca per l’Italia e il senso del dovere non sono mai mancati in tutte le sedi dove è stato assegnato.
Ha servito con il suo stile, con tanta umanità senza mai scordarsi delle regole e dell’obiettivo del suo lavoro, e senza mai dimenticare l’istituzione che rappresentava. Parlare di Luca adesso che non c‘è più, ci fa riflettere anche sul fatto che nel mondo ci sono tanti Luca che si impegnano per fare bene il proprio lavoro, con serietà.
Riusciamo a onorare la sua memoria e a portare avanti le sue idee, rispettando la sua umanità, con progetti e iniziative ideati e realizzati nel suo stile: solo così potrà continuare a vivere tra di noi».
Ci spieghi che cosa ha fatto e sta facendo con Mama Sofia, la onlus che aiuta la popolazione congolese, in particolare i bambini?
«La verità è tanto importante per me quanto per l’Italia, il Congo e tutto il mondo. E su questo ho tanta fiducia nelle istituzioni. Luca merita giustizia e sono certa che i giudici faranno tutto il possibile per stabilire cosa è veramente successo. Tutti noi ne abbiamo bisogno e lo dobbiamo soprattutto alle tre bambine».
«Mama Sofia» è rinata come Fondazione italiana il giorno del primo anniversario della morte di Luca, proprio per trasformare un giorno triste in un giorno di rinascita.
“Giustizia e solidarietà sono ciò che vogliamo con «Mama Sofia» la onlus della mia famiglia.
Zakia Seddiki Attanasio
Essere ambasciatore è una missione e significa non lasciare indietro nessuno in qualsiasi parte del mondo: questa è la sintesi del patrimonio di valori di Luca Attanasio che la nostra Fondazione vuole tramandare, mettendo in primo piano la promozione della Pace. Lo scopo di «Mama Sofia» è infatti quello di diffondere valori di pace, giustizia e solidarietà tra i popoli, mediante attività culturali di interesse sociale e opere di informazione, istruzione e formazione per una cultura dell’integrazione, della legalità e della non violenza.
I sogni di Luca diventano veri con i bambini del Congo Il gruppo «I bambini dell’ambasciatore» è nato per volontà di Zakia Seddiki Attanasio, per rafforzare l’impatto generato dalle singole organizzazioni nel miglioramento delle condizioni di vita dei bambini del Congo, nel ricordo e nel segno del marito Luca Attanasio. La missione: promuovere la solidarietà e la cooperazione dell’Italia nel migliorare le condizioni di vita e tutelare i diritti dei minori vulnerabili nella Repubblica Democratica del Congo. Favorire conoscenza, relazioni fraterne, sinergie e azioni unitarie fra le organizzazioni italiane che operano nella Repubblica Democratica del Congo. Alcuni obiettivi operativi: avvio e realizzazione di una struttura scolastica per la scolarizzazione di base, a Impuru – Kinshasa. Supporto allo studio per bambini orfani o di famiglie indigenti attraverso il pagamento delle rette scolastiche, a Bukavu. Miglioramento di aule da dedicare allo studio e acquisto di libri a Kinshasa. È stato Luca Attanasio, nel 2020, Ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, a iniziare la sua collaborazione con le associazioni operative in Congo della rete ForumSaD. Luca voleva riunire le associazioni italiane che ogni giorno lottano per i diritti dei bambini del Congo, per mettere insieme le energie e dare modo agli italiani di fare del bene in questo fragile paese attraverso un intervento di sistema efficace. Luca non c’è più, ma le sue idee e il suo entusiasmo sono ancora vivi e, nel rispetto del lavoro che lui aveva iniziato, quattordici associazioni umanitarie della rete Congo di ForumSaD si sono costituite in un gruppo di lavoro autonomo che ha preso il nome di «I bambini dell’Ambasciatore». Per maggiori informazioni: ibambinidellambasciatore.it