Il mistero del tempo, che lo controlli ma non riesci a capirlo

Credits: Majid Rangraz
Credits: Majid Rangraz

di Edoardo Hensemberger

Il tempo passa.
O almeno così dicono.
Già me lo vedo, il tempo che passa di fianco all’autobus, e tu lì alla fermata ad aspettarlo; ti distrai per un attimo e li hai persi entrambi.
Oppure il tempo che passa tra le vetrine dei negozi nelle vie del centro a Milano a Roma e a New York, ma anche a Shangai a Marrakech e a Cape Town; guarda i vestiti esposti e mentre si muove decide che non gli piacciono più, e allora questi cambiano, perché quando il tempo vuole qualcosa, tutti eseguono.
Il tempo che passa tra i cinema e i teatri, tra le gallerie d’arte e i musei, trasformando a ogni passo tutto ciò che possiamo vedere.
Il tempo che un secondo alla volta cambia i volti dei bambini, le abitudini dei ragazzi e le priorità degli adulti.
Il tempo che quando cammina lento fa soffrire gli innamorati distanti, ma che è l’unico che con le sue passeggiate riesce a curare anche le peggiori ferite.
Il tempo che se non ci fosse non si andrebbe da nessuna parte mai.
Il tempo che come dice Jovanotti «se ne frega se qualcuno è in ritardo e puoi chiamarlo bastardo ma intanto è già andato».
Il tempo che non capiamo bene fino in fondo, ma siamo convinti che misurarlo sia un buon modo per controllarlo.
Il tempo che tanto ce n’è, fino a quando di colpo non è più abbastanza.
Il tempo di chi un minuto passa in trenta secondi e quindi arriva sempre in anticipo, e di chi invece un minuto dura qualche ora, e non c’è speranza di arrivare puntuale.
Il tempo che in aeroporto o in stazione passa quando vuole lui, un po’ come i treni regionali e i voli low cost.
Il tempo che se vuole ti porta al mare, e poi in montagna e poi in giro per il mondo.
Il tempo di chi ne ha poco fin dall’inizio, perché qualcosa non va, e allora ogni secondo è prezioso.
Il tempo che ti fa piangere e poi ridere e poi piangere ancora.
Il tempo che quando tutto sembra finito, continua a muoversi, per dirti che non è finito un bel niente.
Il tempo che quando ci si annoia, allora è tempo davvero.
Il tempo che corre per tutti, senza discriminare nessuno, non si ferma mai, e non si può sbagliare.
Il tempo che cambia e che è sempre uguale.
Il tempo che è sempre un regalo, ma quando qualcuno ci regala il suo è più dolce.
Il tempo che non si può sprecare, perché nessuno mai ve lo restituirà.
Il tempo che è l’unico a custodire la verità.
Il tempo ingiusto e il giusto tempo.
Il tempo che vi ho rubato, con queste parole su questo giornale.
Il tempo che, maledetto tempo, ancora non ho capito cosa sia.