La storia di Cristina, la mamma che non si arrende

Cristina con sua figlia Vena
Cristina con sua figlia Vena

La storia di Cristina, la mamma che non si arrende alla malattia e che canta Vasco Rossi con la figlia.

di Martina Di Marco

Cristina ed io ci siamo incontrate finalmente dal vivo, dopo serate passate insieme online coi Popcorn Virtuali, una delle attività del Bullone che ci ha accompagnato nei lockdown, in cui Giovanni Covini ci ha fatto da guida in grandi storie del cinema. È nata l’idea di raccontare la sua, di storia, per questo ci troviamo su zoom, lei io e la gatta Milly.

Cristina… Sei abituata a raccontare di te?
«Ma sì… no, insomma. Ho tante amiche ma non faccio spesso interviste!».

Come stai oggi?
«Ma sì, dai. Se penso alla situazione tutto bene dai, non ci lamentiamo».

Non ti piace lamentarti eh…
«C’è da tribolare tanto e sono stufa di stare in ospedale, ma visto che non c’è altra possibilità, cerco di abituarmi».

Se ti dicessi di raccontarmi la tua storia, da dove partiresti?
«Dall’infanzia, che non è stata molto semplice. Sono nata in Bulgaria, a Pernik, una città che aveva la reputazione di essere dura e violenta. Ho sempre avuto un rapporto difficile con mio papà. Lui è mancato qualche mese fa e soffro molto per questa cosa, quasi non ci credo ancora. Quando ho compiuto 18 anni sono andata via di casa e mi sono sempre mantenuta da sola, lavorando. Per tanti anni con lui non ci ho parlato: non andavamo d’accordo, mai… su niente. Lui diceva che quasi non facevo parte della famiglia, che ero troppo buona e troppo brava».

Quindi tu era la pecora bianca della famiglia, non la pecora nera….
«Si può dire così, in effetti. La cosa più dolorosa di andare via è stata lasciare mia sorella, che ha sette anni meno di me. Adesso anche lei ha una sua famiglia e ha due figlie bellissime e di cui sono orgogliosissima zia. Da dieci anni poi sono in Italia, non torno e non sono mai tornata volentieri in Bulgaria, a differenza di molti che provano nostalgia: io so che vivo con ansia le visite a casa, faccio fatica a dimenticare brutti ricordi della mia infanzia e preferisco stare qui».

Come si fa, quando cresci in situazioni difficili, a scegliere e costruire un’altra strada? Ogni volta che ti sento parlare sei aperta, solare, cerchi di metterti a disposizione, sei collaborativa… non mi fai pensare a un’infanzia difficile.
«Mio padre era… un Putin, ecco. Credo che si cambi inizialmente per disperazione… Per cercare qualcosa di meglio. Io ero stufa di stare male a casa mia, sempre con l’ansia e la paura. Avevo bisogno di vivere con libertà e questo cerco di fare».

Quali sono le cose importanti per te?
«Adesso penso soprattutto alla malattia, penso a mia figlia e a volte questo mi preoccupa tanto. Vorrei passasse tutto, vorrei guarire».

Da mamma, perché anche io sono mamma di due bambini, ti chiedo: ci sono sempre delle cose importanti che vogliamo passare ai nostri figli, quali sono quelle che vorresti passare a tua figlia?
«In questo momento, con la malattia, vivo giorno per giorno. Spero di far bene con lei, cerco di essere coraggiosa, ma a volte crollo. Un punto da seguire è essere liberi e vivere in serenità e tranquillità. Serenità, soprattutto, qualcosa che nella mia vita è mancata spesso».

Mi racconti qualcosa di tua figlia?
«Si chiama Venelina, un nome tipico bulgaro. Tutti qui la chiamano Vene. È molto positiva e sorridente, abbastanza aperta con me… mi fanno sempre i complimenti per lei, che è gentile ed educata. Ha fatto molti sport e attività artistiche: pattinaggio, ginnastica, hip hop, danza moderna e classica, adesso sta facendo danza jazz e musical. Parteciperà ai campionati nazionali a Luglio!».

Mi racconti l’ultima vostra impresa, il concerto?
«Non si può spiegare! Venerdì scorso siamo andate lei ed io, insieme a una mia amica, a Trento, al primo concerto di Vasco Rossi dopo 3 anni di stop per la pandemia. Io non vado pazza per lui, però vederlo dal vivo è stata una cosa incredibile. Abbiamo fatto un viaggio un po’ duro, perché io avevo fatto la chemio il lunedì: avevo nausea e un po’ di debolezza, comunque la chemio è chemio, non proprio un antibiotico di routine. Siamo arrivate in albergo e abbiamo mangiato i panini che avevo preparato e riposato un po’. Il giorno prima ero in ospedale per fare la risonanza magnetica ed era stata una giornata molto pesante, perché dal dolore non riuscivo a stare ferma il tempo necessario per la risonanza. Abbiamo dovuto fare tre tentativi e sono serviti un sacco di antidolorifici e il giorno del viaggio non sapevo se sarei riuscita a fare tutto. Il nostro hotel era a una ventina di chilometri dal luogo del concerto, siamo partiti alle 16, ma siamo riuscite ad arrivare solo alle 19.30: macchine, gente, tutti entusiasti con bandiere e magliette di Vasco… noi abbiamo avuto dei posti vip, sulle pedane, e per fortuna eravamo abbastanza avanti. Il palco era alto più di 30 mt e largo 90 mt, ma Vasco quasi non ce la faceva ad andare da una parte all’altra! Quando è uscito gridava “finalmente!!”, c’erano ragazze che lanciavano i reggiseni, ed era pieno di schermi con le immagini da vicino, perché il campo era enorme. È stato indimenticabile: fuochi d’artificio, luci, musica. Una serata stupenda. Alla fine mi è sembrato che finisse così veloce…».

Qual è la tua canzone preferita di Vasco?
«Adesso mi piace La Pioggia Alla Domenica, mette un po’ di tristezza ma mi piace tanto. Però mentre arrivavamo al concerto, in macchina cantavo Siamo qui, in mezzo a tutte le persone. Non sapevo che fosse il suo primo concerto dopo tanto tempo ed è stato ancora più sorprendente, un vero MACELLO e quando l’ho visto sui tg ho detto “anche noi eravamo lì!”. È stato un viaggio di cui davvero avevo bisogno. Fino alla fine ho avuto paura che non ce l’avrei fatta, avevo deciso al massimo di rimanere in albergo e lasciar andare loro a divertirsi, invece ho pensato “questa occasione non si perde, semmai mi portano via in ambulanza!”. E ci sono riuscita».

Cantami un pezzo di Vasco, dai.
«Noooo, mia figlia ha molto talento, io no… sono un’invalida anche su questo punto, lascia perdere!».

Ridiamo, mentre io aggiungo Vasco ai concerti che non mi sarei dovuta perdere. Mannaggia, la prossima volta la accompagno io Cristina sulla piattaforma vip!

Box con le parole di Venelina
Ecco le cose che penso di mia mamma:
allora mia mamma vorrei dire che è una donna forte e coraggiosa, è una mamma a cui posso dire tutto quello che mi succede, se, ad esempio, litigo con una persona importante, se mi interessa un ragazzo, ecc., so che mi appoggerebbe sempre, come quando magari è giù di morale e provo a stare con lei. Non è una persona che mi sgrida per cose inutili o per i voti a scuola, perché sa che mi ci sono impegnata e che quest’anno ho avuto una media abbastanza alta, e se mi dovesse sgridare, lo farebbe perché ci tiene e perché è mia mamma e mi vuole bene. È una mamma splendida e quando qualche giorno non si vede abbastanza bella, per me lo è comunque anche se è truccata o struccata, vestita bene o in pigiama: per me è sempre bella. Le voglio un bene del mondo!