Baskin, un nuovo basket ma senza palestre

Baskin
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Alessandro Flego parla del baskin: un nuovo basket per bambini disabili e non, ma con poche palestre si fa fatica…

di Alessandro Flego


Un giorno viene una mamma del mio quartiere che ha un bambino fragile e mi dice: perché non fate baskin? Io non sapevo che cosa fosse, mi sono informato. Il baskin si fa in un campo di basket, con più canestri lungo le linee laterali. Giocano bambini cosiddetti «normali» con bambini cosiddetti «disabili». Uno scambio costruttivo. Tutti crescono, tutti si divertono. Così io, Alessandro Flego, vice presidente di una squadra, Il SanFru basket, dico sì a questa mamma in ansia. Voleva normalizzare la vita di suo figlio. Integrazione. Il divertimento è l’allegria di tutti i bambini. Voleva respirare. Adesso facciamo baskin da quattro anni. Decine di bambini-ragazzi vengono in palestra, passano qualche ora felice con i volontari che li fanno giocare.

Anche le mamme sono felici. Sono stato testimone di quanto sia grande il cuore di alcune persone. Hanno cominciato ad arrivare uomini e donne che volevano fare volontariato, dare una mano. Bellissimo.Ma è nato un problema. Vorremmo una palestra più adeguata, quella che abbiamo va bene, ma fino ad un certo punto. Anche perché la squadra di basket è molto cresciuta e tanti ragazzini si sono iscritti per fare pallacanestro nel quartiere, vicino a casa. Ma qual è il confine? Abbiamo riscontrato che ci sono persone che puntano solo al loro egoismo, politico e personale.

CAMPO BASKIN AST
CAMPO BASKIN AST

Alessandro Flego contro i no

La palestra qui no” accampando mille scuse. La vera ragione è che potrebbe disturbare la tranquillità di chi vive vicino. “La palestra là no, perché quello è uno spazio della scuola che non si può toccare“. Voi mi direte: ma una palestra adeguata dentro una scuola adesso è un problema? A San Fruttuoso è un problema. Costruiamola vicino a quelle case? Ma no, c’è gente che è scesa in strada, dieci persone non di più, ma lì non la volevano.

Eh sì che sono mamme e papà quelli che hanno detto di no. Non sono riusciti nemmeno per un minuto ad identificarsi con le altre mamme che vorrebbero i loro figli in zona (da Monza ora vanno a Muggiò per allenarsi), ma nemmeno con le mamme con figli fragili. La logica dell’orto tranquillo: è mio e guai a chi me lo tocca. Un confine stupido e pericoloso. Come se la palestra non fosse un bene comune. Il confine dell’ignoranza e del più basso egoismo. Ho cercato di guardare negli occhi quelle persone, non ho trovato la luce. La voglia di fare qualcosa per gli altri. Ma come si fa a vivere così? 

Baskin
Baskin

Baskin nelle palestre

Quali esperienze hanno fatto per dire no, no strumentali, immotivati. No, la palestra no lì, ma dove dico io. Così, dove dicevano loro non si poteva fare. No, la palestra dentro il giardino della scuola, toglie degli spazi. Così la palestra non è stata fatta, ne’ dentro la scuola, ne’ in nessuna altra parte. I no continui scocciano, allontanano. Le polemiche disturbano, allontanano. Le strumentalizzazioni fanno male, allontanano. I confini sono ovunque in questa storia. Abbiamo visto dei muri anche in persone che dovrebbero abbatterli. Che delusione. Volevamo una palestra, non una casa, un grattacielo, una fabbrica inquinante.

Non era filo spinato. Non è filo spinato. Era ed è un modo di far vivere un quartiere, far vivere gli adolescenti. Toglierli dalla strada. Vi racconto, per finire, questo confine: un giorno nello spazio della scuola dove c’è un campo di basket all’aperto, ho visto vigili urbani e carabinieri. Che cosa sarà successo? I ragazzi scavalcano un cancello e giocavano a basket nel pomeriggio. Lo fanno da almeno vent’anni. Non è mai successo niente. Ragazzi che fanno sport. Un signore che abita in una villetta vicino, ha chiamato le forze dell’ordine. Vedere uomini in divisa che dovrebbero essere impegnati in cose più importanti, mandare via una ventina di ragazzi con i pantaloncini corti mentre giocano a basket…è stato un dolore. Sono i confini dell’Uomo, di quelli che vogliono vivere come se fossero i soli al mondo.