Come è cambiata la libertà nei secoli? Siamo cambiati noi o è cambiata lei. Dante nella Divina Commedia, nonostante il suo suicidio, condannò Catone al Purgatorio e non all’Inferno perché reputò il suo gesto più libero della religione.
di Edoardo Vecchioni
Nel 1700 in Francia lo scrittore Voltaire fece sua una famosa frase. «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo». Tale aforisma è diventato un’icona della libertà espressiva che, ancora oggi centinaia di anni
dopo, viene riconosciuta e usata. Ma come viene usata? Come argomentazione in un acceso discorso politico, o come didascalia da mettere sotto una foto postata su qualche social per ottenere maggiori like? Ma soprattutto, se il pensatore francese fosse ancora vivo, ai giorni nostri, con tutto questo sovra dosaggio d’informazioni e questo abuso di parole, confermerebbe o smentirebbe il suo pensiero di libertà espressiva?
Un altro esempio di passata libertà espressiva e artistica è quello che Dante Alighieri scrive nella Divina Commedia, nel primo canto del purgatorio. Il poeta fiorentino, accompagnato da Virgilio, incontrerà Catone Uticense che ordina a Virgilio di sottoporre Dante a un rito per togliergli dal viso le tracce dell’inferno. Dante, in quanto cattolico, non avrebbe potuto citare Catone nella Divina Commedia in quanto morto suicida. E il suicidio è un peccato mortale. Ma Dante vede il suicidio come estremo atto di ribellione a un mondo senza libertà. Ecco un’altra dimostrazione di come la libertà sia più forte di tutto, persino della religione.
Oggi questo gran numero di scrittori e poeti, come si definiscono loro stessi nelle informazioni personali sul profilo social, si farebbero questi problemi nei confronti degli eventi narrati, o non se ne curerebbero più di tanto? C’è sempre un’alta ricerca rispetto a ciò che viene posto su carta, o tastiera?
La libertà oggi è cambiata rispetto al passato. Ma è cambiato anche il mondo. Negli ultimi decenni l’evoluzione scientifica ha fatto dei passi in avanti talmente grandi che ancora l’uomo non scientifico deve digerirli per usarli nel migliore dei modi durante la vita di tutti i giorni. Per citarne alcuni abbiamo internet, i social network, Facebook, Instagram, Twitter, e molti altri. Poi abbiamo l’esplorazione dello spazio. La possibilità di un futuro dove il pianeta Marte sarà esplorabile. L’evoluzione medica e la possibilità di debellare malattie e patologie prima incurabili grazie a vaccini sempre più mirati. Come tutti abbiamo potuto constatare negli ultimi anni. La medicina che ora ci permette anche di poter soddisfare le esigenze fisiologiche di ogni individuo, permettendo così agli uomini nati dentro a un corpo di donna di poter finalmente ritrovare sé stessi. E viceversa.
Altra grande forma di libertà, sfortunatamente non accettata in tutti gli Stati del mondo, quella di poter scegliere il proprio sesso o il proprio non-sesso. Infatti, solo negli ultimi anni, dopo i già conosciuti LGBT, anche i non-binari stanno trovando il loro spazio. La libertà è cambiata dai secoli scorsi, come ogni cosa che convive con la crescita e la maturazione dell’essere umano. Diminuita? Aumentata? Abusata? Ignorata? In alcuni Stati più di altri? Giusta? Sbagliata? Sta solo a noi rispondere a queste domande perché, citando ancora Dante «nati non siamo per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Questa resterà sempre una nostra libertà.