Di Mario Raggio
Uno dopo l’altro, come tessere di un domino, i giorni giungevano al tramonto ed io, convinto che sotto ogni sole avrei trovato sempre la stessa giornata, li osservavo non capendo il perché di tanto sforzo, non trovando in un’alba più poesia di quanta ne avrei trovata in una cornice senza quadro.
Prigioniero di questa rappresentazione dello scorrere del tempo, rassegnato all’idea che la vita fosse solo una lunga sofferenza, ho iniziato a cercare palliativi che mi allontanassero dalle catene mentali di cui ero schiavo, finendo però per ritrovarmi stritolato, avviluppato in me stesso.
A 16 anni, per caso o per destino, mi sono ritrovato qui, alla Mammoletta e, lentamente, le giornate hanno iniziato ad acquistare colore.Ho smesso di fare il bagno nel fiume delle mie lacrime e, con l’aiuto di 15 persone che amo e che mi amano, ho iniziato a nuotare contro corrente cercando la foce, per stare meglio, per stare bene.
L’amore mi ha salvato la vita
Oggi continuo a nuotare ma in acque diverse, donandomi, ringraziando chi mi ha sospinto e mi ha dato amore e iniziando a costruire, mattone dopo mattone, passione dopo passione, il mio futuro.
L’amore mi ha salvato la vita. In questo cammino ho incontrato 15 persone che hanno saputo amarmi come nessuno aveva mai fatto prima fin dal primo giorno in cui li ho conosciuti, grazie a loro ho iniziato a vedere nella vita quei colori che prima non conoscevo e che, tuttora, me la fanno amare.
Nella mia vita voglio circondarmi di persone pure, di uomini e non di immagini, voglio una vita fatta di sguardi, sorrisi e relazioni, stando alla larga da visualizzazioni, smiles e reazioni, che allontanano, promettendo vicinanza.
Ho in mente di studiare filosofia, perché pensare è muoversi liberamente. Conoscere le risposte che i più grandi pensatori (o i più fantasiosi) hanno dato alle domande esistenziali che ognuno di noi si pone, è un grandissimo strumento per conoscere me stesso, per comprendere contemporaneamente l’enorme gittata di quelle frecce luminose che sono i miei pensieri e l’impercettibile dimensione del mio essere, per molto considerato da me come un’entità gigante e indistruttibile.
Desidero vivere a contatto con il mare, godere del suo blu e solcarlo con la barca. Spesso sogno ad occhi aperti un futuro in cui vivo in una piccola casetta a due passi dal mare, con la mia barchetta, i miei libri e circondato da persone di cuore. Immagino le mie giornate, anche i gesti più semplici e tutto mi si para davanti come avvolto da una luce ambrata che ne esalta il calore.
A rileggere quanto appena scritto mi viene da sorridere, perché mi rendo conto che la vita che sogno è, all’incirca, la vita che vivo quotidianamente.
Uno dopo l’altro, come pagine di un libro, si susseguono i giorni ed io, consapevole che ad ogni alba scoprirò un nuovo sole, leggo queste pagine sapendo che un tempo erano tessere di un domino, grigie, fini a loro stesse ed eternamente identiche, mentre adesso in ogni giorno trovo una poesia nuova.
Perché il quadro che mancava, era un mio ritratto.