Di Silvia Dallastra
Siamo tutti così competenti, come lascia intuire l’etichetta, del ruolo professionale che ricopriamo?
La società odierna impone a ognuno di noi di far emergere un’immagine consona alla nostra attività professionale, e questa immagine deve risultare positiva a tutti i costi.
Capita sempre più spesso di vedere persone, sicuramente con una qualifica scolastica e universitaria anche di un certo livello, occupare ruoli dirigenziali o professionali di prestigio, anche solo perché amici-conoscenti di… . È opinione condivisa che molto spesso queste persone non siano competenti per il ruolo che rivestono. Sia chiaro, non è sempre così, ma oggi purtroppo si è sempre più invasi da questo meccanismo: solo chi conosce qualcuno acquista incarichi prestigiosi, indipendentemente dalle abilità professionali.

La Necessità Di Fingere
Bisogna però considerare che nel settore lavorativo emergono ogni giorno situazioni problematiche che vanno gestite e risolte con la dovuta professionalità e competenza. Bene, ma se coloro che sono stati posti su quella «poltrona» non sono davvero competenti? Ecco che scatta la necessità di fingere di aver ottenuto quel posto di lavoro perché davvero capaci, bravi ed esperti del settore, altrimenti l’immagine agli occhi degli altri sarebbe completamente sfigurata e certamente negativa.
Ma perché fingere di saper adottare le decisioni più opportune, quando le stesse possono produrre effetti, a volte anche legali, che coinvolgono spesso sfere personali altrui o altri settori imprenditoriali? Ecco nascere il problema.
Colui che riveste questo incarico è forse incompetente, ma ha la necessità di fingere nei confronti del mondo di essere assolutamente in grado di svolgere le proprie mansioni. Questo atteggiamento mette però tutto il resto della società fortemente a repentaglio e ne condiziona a volte lo stile di vita: innanzitutto, coloro che avrebbero rivestito quel ruolo brillantemente, perché davvero qualificati, hanno ormai perso la loro opportunità professionale, e d’altro canto viene inevitabilmente trasmesso il messaggio per cui la professionalità, oggi, non è più condizione necessaria per ricoprire qualsiasi carica professionale, pubblica o privata che sia.

Fingere Di Saper Fare
Oltretutto vorrei lanciare una piccola riflessione anche su un altro aspetto: fingere di aver preso la decisione più consona al problema da risolvere, etichettandola con il proprio nome, quando in realtà, la soluzione della problematica è pervenuta da un’altra persona, magari sottoposta a chi se n’è preso il merito. In questo modo l’autore di una scelta professionale efficace, non comparirà mai agli occhi della società per la propria bravura. Anzi, la società ricorderà soltanto il nome di chi comparirà in pubblico, spacciandosi per il vero risolutore del problema. Purtroppo nella società di oggi è aumentata la foga di raggiungere il successo fingendo per farsi notare, oscurando completamente coloro che in realtà sono davvero gli artefici dei risultati raggiunti. Credo che si stia abbandonando l’idea del lavoro di squadra, proprio perché non emergerà mai il nome del singolo, ma quello dell’equipe. Perché allora non coinvolgere nel successo tutti coloro che vi hanno partecipato e non soltanto colui che occupa la posizione in vetta alla piramide gerarchica?
Per quel che conta, la mia umile opinione ritiene che la società dovrebbe fare tutta un passo indietro, e abbandonare la finzione nel mondo del lavoro premiando la meritocrazia, anche di squadra. Verrebbero affidati incarichi prestigiosi a coloro che veramente valgono e che soprattutto non fingerebbero di saper gestire qualcosa che non sanno fare. A volte, confidare troppo in se stessi può rivelarsi diabolico e affidarsi agli altri non è poi così male.