Ogni supereroe che si rispetti indossa sempre una maschera. È un modo piuttosto efficace per proteggere la propria identità, così da non svelare segreti a sguardi indiscreti e riuscire a compiere la missione prefissata. Anche noi a volte nascondiamo sotto la superficie del visibile ciò che sentiamo e talvolta anche ciò che siamo, fingendo di essere diversi… Forse, ciascuno di noi è un po’ simile a un supereroe.

La Maschera Come Armatura
A volte la maschera è un semplice indumento che indossiamo prima di uscire allo scoperto e può essere d’aiuto in molte occasioni. È un po’ come entrare in un personaggio: recitare una parte rende più facile apparire come si vorrebbe; dà quella dose di coraggio che anche a me a volte manca. È come un’armatura che permette di non esporsi troppo: si osserva gli altri a debita distanza, senza correre il rischio di essere troppo coinvolti. Permette di non uscire fin da subito allo scoperto, ma di ponderare le proprie decisioni e di svelare cosa si cela dietro, solo a chi si accorda la propria fiducia. Il problema, però, è che la maschera da alleata può diventare presto un’arma a doppio taglio. Una protezione che nasconde, ma inevitabilmente isola. Si corre il rischio di pensare di essere la maschera stessa, di vivere all’ombra di una finzione.
Impariamo a fingere fin da bambini. Fingiamo per gioco (chi non ha mai giocato al mimo?), per raggiungere un fine, talvolta soltanto per comodità. Nessuno può impedircelo, nessuno può smascherarci. Possiamo abituarci a fingere ed essere così bravi da ingannare anche noi stessi!

Smascheriamo La Finzione
Una mattina ti svegli e scopri che nessuno ti conosce davvero, anzi che tutti pensano di sapere chi sei, ma mai nessuno si è mai soffermato oltre le apparenze… Tutti di te hanno un’immagine precostituita. Chi sei davvero? Nessuno lo sa, nemmeno tu. Forse sei Uno, nessuno, centomila, come uno dei grandi libri scritti da Pirandello che su questi temi si è a lungo interrogato. Con la sua penna ha smascherato la finzione, mettendola in scena e prendendosene gioco tanto abilmente, da vincere il premio Nobel. Nelle sue trame, finzione e realtà si intrecciano in un modo che diventa quasi impossibile dipanare i fili, esiste solo un margine sottile come linea di demarcazione. A me è capitato di superare quell’esile tratto e di cadere giù, perdendo l’equilibrio.
Quando si è in difficoltà, talvolta, è più semplice fingere che vada tutto bene, piuttosto che chiedere aiuto. Delle volte è più facile far comprendere una bugia che tante verità, scomode e inafferrabili. Così inizi a dissimulare ciò che provi, perché nemmeno tu sai dare un ordine a quello che senti. Inganni te stesso, gli amici, i tuoi genitori. Diventa sempre più difficile essere sinceri, perché hai paura che la tua voce non venga ascoltata e di mostrarti per come sei. Si innesca quasi un meccanismo di autopreservazione, dove cerchi di sfuggire dalla delusione. Tuttavia, più procedi lungo quella stessa strada, più ti senti solo.
Ricorda che la decisione di svelare chi sei veramente e cosa provi spetta solo te.
Ricorda che ogni supereroe rimane eroe anche quando si toglie la maschera.