La storia di Laura Amadeo che ha lottato e sconfitto il demone dell’anoressia. “Sentivo sempre più il Nulla”
Di Laura Amadeo
Nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai per una selva oscura…
Non so dire quando tutto cominciò effettivamente, ma ricordo che il declino iniziò in un freddo giorno di gennaio, quando decisi di mettere in dubbio la facoltà universitaria che frequentavo ormai da quasi tre anni. Dopo una serie di ripensamenti abbandonai definitivamente la mia carriera sull’orlo della laurea.

Sentivo Sempre Più Il Nulla
Pensavo di aver risolto, in quel modo, ciò che da mesi mi faceva stare male, mi mandava in ansia, mi lasciava in dubbio, ma non fu così. L’ansia aumentò e con essa anche il senso di inadeguatezza e di inferiorità nei confronti del mondo e degli altri. Laura, che era sempre stata brava a studiare, che si sarebbe laureata diventando una naturalista, che avrebbe viaggiato e girato il mondo, che aveva le idee chiare sul suo futuro, aveva mollato tutto, tutto era andato a rotoli. E Laura? Chi era allora?
Questa era la domanda che, come un martello, batteva nella mia mente e ogni giorno che passava aumentavano l’ansia e la paura e io mi sentivo sempre di più il Nulla. Non avevo più scopi nella vita, non ero più nulla, non potevo costruire nulla. Cominciai a isolarmi sempre più dal mondo, rinunciai alle uscite e alle amicizie, mi chiusi sempre più in me stessa e nei miei pensieri. Da sola, insieme al mio senso di inadeguatezza e di inferiorità, si instaurò Lei, Ana, che cominciò a costruire nella mia mente un’immagine di me ancora peggiore: non solo ero inferiore, inadeguata e non valevo nulla, ma ero anche brutta, grassa, e non piacevo a nessuno.

Il Cibo Era Diventato Odio Puro
Tutto questo mi portò a riversare tutta la rabbia contro me stessa –che ero ormai una fallita– sul cibo. Inizialmente cominciai a ridurre le porzioni, mi iscrissi in palestra per bruciare ciò che introducevo nel mio corpo e mi pesavo quasi quotidianamente. Ma con il passare dei giorni, ogni cosa che facevo non bastava mai, dovevo sempre togliere, ridurre sempre di più. Arrivai quindi nel giro di pochi mesi, a eliminare totalmente il cibo, che era diventato ormai il nemico di una guerra lunga ed estenuante con me stessa.
Se qualche volta mi permettevo solamente di assaggiare qualcosa, dovevo assolutamente eliminarlo dal mio corpo. Il cibo era diventato odio puro, io ero sempre più afflitta dal senso di colpa e dalla rabbia, la mia testa era diventata una calcolatrice forsennata di calorie, il mio corpo instancabilmente in movimento. Ancora non era abbastanza. Io non me ne rendevo conto: non solo stavo riducendo le calorie e il cibo, ma soprattutto il mio corpo, le mie ossa, i miei muscoli, i miei organi, il mio cuore. Nonostante ciò però, ero del tutto ignara del pericolo, nella mia mente era tutto sotto controllo, io stavo bene.

La Voglia Di Vivere
Non riuscivo a vedere quello che mi stavo facendo, un unico pensiero avevo nella mente: Laura è nulla e deve scomparire.
La situazione degenerò in poco tempo e i miei genitori decisero di portarmi all’ospedale Niguarda di Milano, dove fui seguita quotidianamente da un’equipe di medici. Dopo una settimana il mio fisico era talmente debilitato che fui costretta ad essere immobilizzata sulla sedia a rotelle. Io, a 23 anni, nel pieno della mia giovinezza, avrei dovuto spostarmi su una sedia a rotelle… INCONCEPIBILE! Ma grazie a quella sedia a rotelle capii il pericolo che stavo correndo, grazie a quella sedia a rotelle presi consapevolezza della mia situazione.
Il percorso a Niguarda mi accompagnò tutti i giorni per mesi e non fu per niente semplice. Ana mi accompagnava ogni giorno e ogni giorno mi tentava; era come se in me ci fossero due persone: da una parte la Laura consapevole ma spaventata e oppressa, e dall’altra la Laura malata (Ana) con tutta la rabbia e i pensieri negativi al suo seguito.
Lottai molto con me stessa, ma alla fine prevalse e sta prevalendo la voglia di vivere. Grazie ad Ana, infatti, nonostante tutto il dolore e tutto ciò che mi ha tolto, ho riscoperto me stessa, ho scoperto una nuova me, ho scoperto nuove passioni, nuove amicizie, ma soprattutto ho scoperto l’importanza di amarsi e di volersi bene. Ad oggi non posso dire di essere guarita totalmente, ma alle persone che per mesi mi hanno detto: «Ma perché ti fai questo? Hai tutto, cosa ti manca?», rispondo, «L’amore verso me stessa». Grazie ad Ana ho imparato che il mondo non fa così paura, ma esistono mille colori e sfumature; devo solo trovare il coloreche mi appartiene, il Mio colore.
Quindi sì, nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai per una selva oscura, ma in mezzo a questa selva oscura trovai anche un raggio di sole.