La Scuola Italiana Tra Quarantena E Tecnologia

scuola casa

Le riflessioni di una studentessa sulla scuola italiana durante la quarantena. Come la tecnologia ha aiutato e quali sono state le mancanze.

Di Maddalena Fiorentini

La scuola italiana è sempre stata unica rispetto alle altre scuole. La preparazione culturale che fornisce è invidiata e conosciuta in tutto il mondo. L’unica mancanza credo sia proprio la digitalizzazione.

Il Ruolo Della Tacnologia Nel Sistema Scolastico

Ho trascorso un trimestre in Australia la scorsa estate, e sono rimasta colpita principalmente dal ruolo centrale della tecnologia nel sistema scolastico. Ogni alunno, infatti, possiede un computer (anche fornito dalla scuola) che usa quotidianamente per le sue attività, risparmiando così sui costi dei libri e facilitando il lavoro a casa.

Con la quarantena, però, anche le nostre lezioni frontali hanno dovuto piegarsi all’utilizzo delle tecnologie. È stato un cambiamento così improvviso che ci ha colti del tutto impreparati.

L’Autogestione Del Lavoro

All’inizio è stato divertente, una nuova sfida: mi svegliavo tardi e autogestivo il lavoro che i professori ci fornivano, tutti fiduciosi che saremmo tornati a scuola molto presto. Con la definitiva chiusura delle scuole, però, i miei professori hanno iniziato a pianificare lezioni in videochiamata e sono emerse le prime difficoltà.

Nonostante una maggiore concentrazione, vista la tranquillità e comodità di casa, ogni insegnante aveva orari, ritmi e piattaforme diverse su cui lavorava, rendendo per noi studenti più difficile essere sempre al passo e aggiornati su tutto. Visto che il nostro sistema scolastico non la prevede, alcuni professori e ragazzi non erano abili nell’utilizzo della tecnologia e spesso si riscontravano problemi di svariato tipo.

Spiegazione Del Programma E Senso Di Solitudine

Le ore sembravano più lunghe e consistevano solo nella spiegazione del programma, senza i soliti minuti di svago che avevamo tra i cambi d’ora. Il programma è stato, quindi, molto denso e concentrato in poco tempo.

Così ho capito che tutta la fretta che ci mettevano durante l’anno, per finire di spiegare il programma, in realtà non era proprio giustificata. C’era un costante senso di solitudine: solo voci robotiche, senza la presenza fisica dei compagni attorno a te con cui scambiarsi sguardi o piccole chiacchere.

Una Classe Che Non È Classe

Non si era più una classe, mancava il rumore della sedia che si sposta, il colpo di tosse, la penna che scrive sul foglio, il gesso sulla lavagna: scompare tutto con il muto del microfono. Noi studenti partecipavamo poco, perché mancavano stimoli e mancava anche l’interazione fisica della conversazione, come espressioni del viso e postura.

Così ho capito che, come in tutte le cose, serve il giusto equilibrio. Prima la scuola arrancava per stare al passo con i tempi e poi è diventata fin troppo fredda e distante. In quarantena ho capito che veramente la scuola è vita, negli anni del liceo occupa quasi tutta la mia giornata, per questo vorrei che fosse un luogo di scambio, ma anche di formazione per il futuro, e senza la giusta digitalizzazione, non potrà mai prepararmi completamente.

La Funzione Del Computer

Sicuramente servono più discussioni e formazione su temi di attualità e prevenzione; il tempo per farlo c’è, così come c’è stato in quarantena, quando abbiamo avuto la metà del tempo per finire tutto. Mi piacerebbe vedere poi il computer come uno strumento d’appoggio in ogni ora di lezione e non come un ingestibile distrazione. Infine vorrei avere più indipendenza nella gestione del mio lavoro a casa: basta esercizi di compito che ogni giorno vengono copiati.

Ognuno diventa responsabile della propria preparazione a verifiche e interrogazioni, appoggiandosi all’insegnante per qualsiasi dubbio. Da studentessa non lo dico per pigrizia, ma perché sono tutte cose che ho sperimentato personalmente in quarantena e credo che possano diventare la grande occasione della scuola.