Di Michele Tedone
Michele Tedone, classe ’87. Questo sono io: un ragazzo paraplegico nato con la Spina Bifida e con tantissima voglia di vivere, incontrare gente e fare esperienze che lo facciano crescere.
Sono un ragazzo fortunato sotto tanti aspetti!
Prima di tutto ho una famiglia stupenda, che mi è stata sempre vicina: mio padre e mia madre mi hanno cresciuto secondo certi valori che al giorno d’oggi si stanno purtroppo perdendo. Insieme hanno deciso di portare avanti la gravidanza, nonostante i medici avessero consigliato di non farlo, perché le mie speranze di sopravvivenza oltre i tre anni (parliamo del 1987, quindi è abbastanza normale dire che gli studi oggi si siano evoluti) erano praticamente nulle, se non in stato vegetativo: beh, se state leggendo questo articolo è evidente che quei medici hanno fatto un enorme errore di valutazione!
L’altra figura importante nella mia famiglia è mio fratello, che ha quattro anni più di me: grazie a lui ho raggiunto obiettivi ai quali probabilmente non sarei mai arrivato, se non mi avesse spronato e coccolato come solo un fratello maggiore sa fare. Per esempio, è grazie a lui se mi sono iscritto all’Università e se mi sono laureato, perché é grazie a lui che ho deciso di fare il grande passo di iscrivermi a scienze politiche in Statale. Gli sarò eternamente grato di tutte le cose che mi ha insegnato e del modo in cui mi ha accompagnato e continua ad accompagnarmi con i suoi preziosi consigli, anche adesso che vive in Lussemburgo per lavoro e che ha fatto una famiglia.

Se non ci fossero i miei familiari sono sicuro che non sarei la persona che sono oggi, a 32 anni. Grazie ai valori che mi hanno trasmesso i miei genitori ho una visione positiva, anche quando mi accadono cose che potrebbero essere viste come delle avversità.
Grazie al mio carattere espansivo ho una marea di amici che mi vogliono bene e con cui mi trovo a passare piacevoli serate, quando gli impegni della vita quotidiana lo permettono!
Mi sono laureato nel 2015 (laurea triennale) in Scienze Politiche; da lì è iniziato tutto il lungo percorso della ricerca del lavoro, che va definito «tortuoso» per il 99% dei disabili in Italia (tra cui il sottoscritto).
Il mio incontro con i B.Livers è avvenuto quasi per caso, tramite un’amica, una B.Liver che mi ha prima invitato alla mostra Cicatrici in Triennale, e poi mi ha coinvolto nella redazione del Bullone, il giornale redatto dai B.Livers, con cui ho iniziato a collaborare a novembre del 2018. Da quel momento sono nati tutta una serie di rapporti e di interessi personali che non immaginavo di poter avere.
Da sempre super sfegatato milanista, grazie al Bullone ho abbandonato questa passione per sviluppare (in tempi veramente rapidissimi) quella per il basket e in particolare per l’Olimpia Milano, ed è di questo argomento che trattano i miei articoli.
Mi sono reinventato quindi giornalista sportivo per Il Bullone e non mi perdo quasi nessuna partita, ad eccezione ovviamente di quelle in cui ci sono contemporaneamente impegni familiari o legati al mondo di B.LIVE.
Con i B.Livers ho fatto cose che mai mi sarei neanche lontanamente immaginato: nato e cresciuto a Milano, sono salito sul Duomo per la prima volta a 32 anni!
In un certo senso è stato grazie a loro e ai miei articoli pubblicati sul Bullone, se nell’ultimo periodo sono anche riuscito a trovare un lavoro con un contratto di un anno (che spero possa essere rinnovato per più tempo) come addetto alla comunicazione in una piccola azienda sanitaria.

L’avvenimento più entusiasmante legato al mondo di B.Live è stato sicuramente il «Viaggio delle Stelle», in cui sono riuscito a unirmi a loro, per motivi logistici, solo per il weekend finale.
Devo però dire che quei tre giorni hanno rappresentato la svolta della mia vita!
L’ultima sera infatti abbiamo fatto «volare» in cielo delle lanterne dentro alle quali ciascuno aveva inserito il proprio desiderio: io avevo espressamente chiesto di riuscire a trovare un lavoro che desse stabilità al mio futuro. Porca miseria, quel desiderio si è realizzato in due mesi!
Il Bullone e i miei articoli cestistici e sportivi hanno nettamente aiutato a realizzarsi questo desiderio, infatti ora faccio – come detto poco sopra – l’addetto stampa e comunicazione. Questo lavoro mi piace, e mi trovo molto bene con le persone con cui collaboro, che a loro volta dimostrano stima e attenzione nei miei confronti. Lavorare in queste condizioni mi aiuta tantissimo a dare il meglio di me!
Ovviamente il rapporto con B.LIVE e Il Bullone non si è interrotto, anche se il tempo a mia disposizione è inevitabilmente diminuito; ciò che non diminuirà mai, è però la certezza che dentro a B.LIVE continua ad esserci un gruppo di amici che non «spariranno nel nulla».
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