Di Davide Saraceni
Accendo il televisore per ascoltare il notiziario, per informarmi, e sento che stanno parlando del bullismo.
Ne parlò già, anni fa, Dan Olweus, uno psicologo di grande fama che lo ha studiato a lungo.
Il bullismo è un fenomeno molto diffuso tra gli adolescenti e consiste nell’offendere, prendere in giro e usare violenza psicologica, ma anche fisica (spinte, calci…) contro la vittima, che è considerata più debole rispetto al gruppo.
Molte volte anche il bullo è stato vittima di violenza in famiglia e così riflette la sua aggressività sugli altri.

Forse, se ci soffermiamo a pensare, scopriamo che non è nulla di nuovo, che questo comportamento è sempre esistito come testimoniano anche i romanzi; Cuore di Edmondo De Amicis, o David Copperfield di Charles Dickens.
La cosa più inquietante è che molti di questi episodi oggi avvengono tra le mura scolastiche, luogo che dovrebbe essere «educativo» per eccellenza; anche se segnalati, questi fatti sono inspiegabilmente presi con indifferenza dagli adulti e da chi è presente. Molto spesso anche chi subisce non denuncia e sopporta in silenzio. Forse si vergogna e quindi da solo inventa strategie per evitare tali violenze, che a volte finiscono in tragedie.
Ebbene, penso che queste giovani vittime del bullismo debbano denunciare.
Se accaduto tra mura della scuola, il docente che vede e che ha obbligo di vigilanza e custodia degli alunni – non solo durante la lezione – ha anche l’obbligo di denunciare il fatto all’autorità giudiziaria.
Allo stesso modo è di fondamentale importanza che il docente non venga lasciato solo nell’ambito della repressione della condotta del bullismo e che venga affiancato dalla famiglia.
I genitori che sospettano di avere un figlio vittima di bullismo, possono prestare attenzione ad alcuni segnali.
Spesso la vittima chiede di essere accompagnato o ripreso da scuola, o peggiora nel rendimento scolastico.
La vittima deve capire che è amata dalla sua famiglia e che non ha colpe se è stata presa di mira dagli altri.
Spesso, le vittime di bullismo perdono la fiducia in se stesse, i familiari devono parlargli per migliorare la sua autostima, oltre che parlare con i docenti, in modo da creare una rete che coinvolga in modo efficace la famiglia e la scuola.