Il “Patto Generazionale” passa per la condivisione
Di Sarah Kamsu
L’espressione «patto generazionale» richiama in me cose positive. Mi immagino un mondo come una staffetta olimpionica in cui gli adulti passano il comando ai più giovani. E così di generazione in generazione sin dalla notte dei tempi.
Nel 2050 la popolazione mondiale sarà di circa 10 miliardi.
In Africa ci saranno più o meno 2,2 miliardi di abitanti con un’età media di 26,5 anni, quasi il 24% della popolazione mondiale. Lì vedo un futuro potenzialmente luminoso, perché il potenziale c’è, come in tutti i giovani, in realtà in tutti noi. Deve essere solo tirato fuori, estratto sennò restano solo chicchi di caffè grezzo, quando invece potrebbe diventare del buon caffe aromatico.
Abbiamo bisogno di leader locali, spirituali e della comunità, e politici che permettano di sfruttare il potenziale dell’Africa e della sua gioventù. Se i Paesi non valorizzano i loro giovani, se mancano la seria volontà politica, i finanziamenti, le strutture e il reale impegno con i giovani, finiscono per diventare degli Stati falliti. Abbiamo bisogno di investire di più nella gioventù di tutto il mondo. L’Africa ha la più grande percentuale di giovani, si parla di un dividendo demografico per l’Africa. Ma quello che abbiamo ora nel continente africano non è un «dividendo», è solo un rigonfiamento della popolazione giovanile.

Perché non è un dividendo?
Il dividendo è il risultato dei tuoi investimenti. Se investi bene, ottieni risultati, ottieni un dividendo per la pace e uno per lo sviluppo. Ma questo non accade da solo.
La pace è la conditio sine qua non per lo sviluppo: dove c’è pace c’è sollievo; la pace e il progresso si costruiscono. C’è pace quando tutti possono mangiare, studiare, curarsi e i diritti delle persone vengono tutelati.
Abbiamo bisogno di maestri, di qualcuno che metta un segno nella personalità dei giovani.
Per formare veri astronauti non è sufficiente spiegare loro come si costruisce una navicella o come la si governa, bisogna saper infondere in loro la passione per il cosmo e i suoi misteri. Per formare veri studiosi non è sufficiente insegnare loro come si scrive un romanzo, bisogna saper infondere in loro la passione per la conoscenza e la ricerca continua.
Chi ha incontrato un grande maestro conosce l’importanza di averne uno, di aver ricevuto quel famoso comando, e i valori che restano: la responsabilità e il dono attraverso la comunicazione.

Come possiamo stringere un patto se non comunichiamo tra giovani e adulti?
Dobbiamo interagire tra generazioni, valorizzando il potenziale del singolo nella società, indipendentemente dalla sua età anagrafica.
Lo Stato funziona se le persone funzionano. E soprattutto in termini di «patto generazionale», ossia di scambio di informazioni, di inclusione, di trasferimento delle tecnologie e del sapere in modo diffuso all’interno della società, e non solo nel mondo lavorativo.