La storia di Antonio Ferrazzano

Di Antonio Ferrazzano 

Mi presento: mi chiamo Antonio Ferrazzano e sono uno studente di 17 anni, nato il 5 gennaio del 2000 a Milano, ma le mie origini sono pugliesi. All’età di 6 anni mi è stato diagnosticato un tumore al cervelletto. Prima della diagnosi mi sentivo sempre molto stanco, vedevo i pavimenti storti quando invece erano dritti e, in più, mentre correvo giocando a calcio, dovevo aprire le braccia per cercare di mantenere l’equilibrio. I miei genitori, capendo che c’era qualcosa che non andava, mi hanno portato subito all’Istituto dei Tumori. Lì sono stato operato d’urgenza subendo l’asportazione di metà cervelletto. In seguito all’intervento non ero più in grado di parlare e di respirare liberamente. Dopo l’operazione ho fatto la chemioterapia e la radioterapia. I dottori dicevano che avrebbero dovuto mettermi la «tracheo», uno strumento per la respirazione assistita. Mi dissero che non avrei più potuto camminare e che la mia vita era a rischio. Questo tumore e l’intervento hanno compromesso molte mie capacità: la vista, l’udito e la voce. Inoltre, a causa dell’atassia (la mancanza di coordinazione dei movimenti muscolari volontari), ho avuto alcuni danni motori. Per limitare i disturbi e per recuperare le funzioni danneggiate, mi sono sottoposto a varie terapie riabilitative di neuropsicologia, logopedia, psicoterapia, psicomotricità e fisioterapia. Queste cure e tutto l’impegno che ci ho messo, mi hanno permesso di poter fare a meno della carrozzina e dopo due anni di assunzioni di calcio, sono riuscito a tornare a camminare e a muovermi autonomamente. Ora passo le mie giornate svegliandomi al mattino alle 6:45, faccio colazione, poi mi lavo la faccia e i denti, mi vesto e vado a scuola in macchina o in metro. La scuola inizia alle 8.00 e finisce alle 14.00, quindi torno a casa e mangio, porto giù il cane, gioco alla play station, faccio i compiti, mangio, porto giù il cane, faccio lo zaino per la scuola, doccia poi vado a dormire. Pratico calcio due volte a settimana, il mercoledì e il venerdì; lunedì sera alle 20.30 vado in oratorio dove incontro un gruppo di ragazzi e ragazze con il quale passo il tempo: insieme preghiamo e ci divertiamo. Il mercoledì vado a fare le sedute di fisioterapia e di psicoterapia;  martedì e giovedì ho l’educatore e sabato e domenica o sto a casa, o esco; inoltre, con altri ragazzi, faccio parte di questo gruppo B.LIVE e regolarmente ci ritroviamo per progettare e scrivere il Bullone. Facciamo anche delle uscite/gite insieme, il tutto con armonia. Quasi sempre con noi c’è Bill che è colui che ci ha permesso di esistere.

La mia famiglia è composta da mia sorella Federica, mio padre Salvatore, mia madre Raffaella.

I parenti da parte di mio padre vivono tutti a Foggia, invece quelli da parte di mia madre vivono un po’ a Milano e un po’ a Foggia. Io vado d’accordo con tutti loro, ma mi trovo meglio con quelli materni, anche per il fatto che vivono qui a Milano, quindi li posso vedere più spesso.

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