Parco della Burcina, lo spettacolo dei rododendri

Di Sofia Segre Reinach

Senza dubbio il ruolo di protagonista spetta ai rododendri: esemplari originari del Caucaso e dell’Himalaya, che offrono a maggio una stupenda fioritura dal bianco al rosa, rosso e lilla. Ci sono altissime sequoie secolari, piante e fiori provenienti da tutto il mondo, che sembra quasi impossibile possano trovarsi nello stesso territorio, e che invece convivono in armonia, rendendo questo luogo simbolo della bellezza della diversità. Non per caso, all’ingresso del Parco c’è lui: il fico, simbolo dell’accoglienza. «Lo chiamiamo l’Albero Accogliente. Nella storia e nelle tradizioni, il fico accoglie. Non esclude, include. Per questo è stato piantato qui all’ingresso, da esponenti di diverse comunità religiose del territorio, insieme ai bambini delle scuole di Pollone. Un Parco che rispetta e che vuole essere rispettato», ci racconta Alessandro Ramella, nostra orgogliosa guida.

Il Parco Burcina è un giardino storico che sorge tra i comuni di Biella e di Pollone, su una dolce collinetta a ridosso delle Prealpi. Ha una superficie di 57 ettari, con un’escursione altimetrica di circa 300 metri, che ti culla passo per passo, tra profumi e paesaggi mozzafiato sulle montagne del biellese e sulla pianura circostante.

I B.Livers al Parco della Burcina

Non è un parco naturale: è stato creato verso la metà del 1800 da Giovanni Piacenza, imprenditore della zona, seguendo gli indirizzi del giardino all’inglese del 1700. Sarà poi il figlio Felice a continuare per oltre 50 anni l’opera del padre, acquisendo nuovi terreni, tracciando strade e sentieri, piantando specie vegetali di diverse provenienze e dando vita alla spettacolare valle dei rododendri che incanta il visitatore. Le piante sono disposte rispettando e imitando ciò che avviene in natura, in un’apparente casualità, in cui fanno capolino specie esotiche sapientemente inserite nel disegno generale del Parco. A fare da cornice, un bellissimo bosco, che definisce i contorni di questo esempio di armonia di rara bellezza. Nel corso della sua storia, il Parco ha ricevuto l’attenzione dei più importanti botanici e paesaggisti europei, come Pietro Porcinai. Nel 1934 la famiglia Piacenza dona il Parco al Comune di Biella, che ne amplia la superficie e lo trasforma in Riserva Naturale aperta al pubblico, con diverse attività e servizi a scopo didattico e scientifico, finalizzati alla sensibilizzazione su tematiche naturalistiche e ambientali.