La mia più grande passione: la pallavolo

Immagine in evidenza di Nicole Calvano

Sono sempre stata un’ appassionata dello sport in generale, sin da piccola: penso che sia un fattore genetico, tramandato da genitore a figlia.

Ho praticato molti sport nella mia vita, danza classica, danza moderna, fino ad arrivare alla ginnastica artistica … Poi per caso, un giorno ho deciso di provare a giocare a pallavolo. Volevo vedere se anche io ero come i miei genitori: una valida giocatrice, o in questo caso, una valida pallavolista.

Inizialmente, come tutti i bambini, lo presi come un gioco, anche perché la Società in cui mi ero iscritta aveva lo scopo di far divertire: negli anni ho capito però che non era solo un gioco, era qualcosa di importante, qualcosa che faceva parte della mia vita quotidiana.

Crescendo ho iniziato a capire le basi: il bagher, il palleggio, la schiacciata, la battuta … si, insomma, quelle cose lì.

Magari non tutti voi sapete le basi della pallavolo, ve le spiego brevemente:

  1. Il palleggio è il passaggio effettuato con le mani, è il principale perché ad ogni azione (cioè ogni tre tocchi) si deve palleggiare;
  2. Il bagher è il passaggio effettuato con le braccia;
  3. La schiacciata è il tiro che viene fatto al terzo tocco e che si manda nell’altro campo;
  4. La battuta è il ‘passaggio’ che si fa da fondo campo e che si deve mandare dall’altra parte; è il primo tocco.

Imparate le basi, anno dopo anno, mese dopo mese, da 4 contro 4, ci siamo ritrovati a giocare 6 contro 6.

Inizialmente era tutto bello, amavo il mio ruolo, ero schiacciatrice, nel caso vi interessasse. Tutto era come una favola, eravamo forti, nessuno riusciva a batterci, ma ovviamente, come in ogni favola c’è qualcosa che va male.

A inizio anno arrivarono nuove ragazze in società, non avevo niente contro di loro, anzi se ora le incontrassi in giro per strada, le saluterei, sorriderei … Però iniziarono a fare gruppetti, a parlare male di tutti e a fare le simpaticone …: le tipiche stronze se si può dire.

Ogni mese c’era una nuova persona da ‘ prendere di mira’ e quel mese toccò al mio amico più caro. Lo prendevano in giro perché troppo robusto per i loro prototipi e perché puzzava: ma chi è quella persona che dopo un intenso allenamento non puzza? No, perché vorrei saperlo anch’io, visto che puzzo come un cane in mezzo al fango.

Comunque oltre a questo c’erano, altri problemi.

Decisi quindi di cambiare società pallavolistica, le mie compagne non la presero molto bene: mi diedero dell’infame, della traditrice, ma a me poco importava: dovevo stare bene io con me stessa, non loro con me.

Il primo giorno nell’altra società scoprii che era una squadra interamente femminile e scoprii anche che c’erano due mie compagne di classe (una poi abbandonò) e per la mia sfortuna, l’ allenatore mi cambiò di ruolo: diventai, così, palleggiatore, lo sono tutt’oggi, ma solo ora, dopo 4 anni che convivo con questo ruolo, inizia veramente a piacermi. L’ho sempre odiato, perché per esserlo devi avere un buon tocco, cosa che io ovviamente non ho.

Comunque in questi quattro anni penso di essere molto migliorata, ho imparato cose nuove, tecniche e soprattutto trucchi per sconfiggere l’avversario !

Quest’anno è arrivato un nuovo allenatore e con lui una nuova palleggiatrice, essendo che ha un tocco più leggero del mio ed essendo la preferita tra le due, lei gioca sempre e io faccio la scalda panchine: non è bello, ve lo assicuro.

Ho avuto e sto avendo molti problemi con questa nuova squadra, che poi tanto nuova non è più: mi escludevano, mi prendevano in giro …, quindi tutte le sera a piangere, ma solo ora sto iniziando a capire che loro non devono vincere su di me: io devo essere la vincitrice, io devo andare avanti con la mia passione. Ho avuto anche problemi con l’allenatore, ma forse è meglio non raccontarla: in primo luogo perché è troppo lunga e poi perché tirerei fuori il lato negativo di me e non mi pare il caso.

Se mai avrò dei figli, spero che anche loro possano seguire le mie stesse orme, mi piacerebbe vederli impegnati a dare il meglio, mi piacerebbe anche insegnare a loro qualche cosa, chissà poi mi insegneranno qualcosa loro a me!

Con questo, cari lettori, voglio dirvi che se avete una passione, non fatevela distruggere, tiratela su, coltivatela, che ne varrà la pena !!!

Nicole Calvano 16 anni, itis cartesio.